Atlante delle foreste, dai nuovi boschi un ‘tesoro’ di oltre 23,5 mln l’anno
Roma, 6 nov. – (Adnkronos) – Sono quasi 2,9 milioni gli alberi piantati in Italia tra il 2022 e i primi mesi del 2023 su una superficie di 4.504 ettari, pari a circa 6.500 campi di calcio. È quanto emerge dalla terza edizione dell’Atlante delle Foreste, l’indagine condotta da Legambiente con il supporto tecnico di AzzeroCO2 e Compagnia delle Foreste per Il Sole 24 Ore. I dati provengono dagli oltre 730 macro-progetti di nuove forestazioni urbane ed extraurbane censiti su tutto il territorio nazionale ed effettuati con fondi pubblici (decreto clima, Pnrr, fondi regionali o provinciali) e risorse private.
Si tratta di un patrimonio verde spesso sottovalutato ma fondamentale, come posto in evidenza dalla ricerca che indaga i diversi “servizi ecosistemici” offerti dalle foreste. Le nuove aree verdi – si legge nel report – sono infatti in grado di generare un beneficio complessivo del valore di oltre 23,5 milioni di euro per ciascuno degli anni di vita degli impianti arborei ed arbustivi messi a dimora. Attraverso un’analisi approfondita, l’Atlante delle Foreste vuole offrire una panoramica dettagliata del ruolo cruciale che i nuovi progetti di forestazione sono in grado di generare nel sistema economico e sociale italiano, al di là della loro fondamentale funzione di assorbimento della CO2.
I dati, raccolti con la collaborazione di Compagnia delle Foreste, sono stati analizzati secondo una metodologia di calcolo elaborata da AzzeroCO2 e che si basa sull’analisi di oltre 3.783 articoli scientifici pubblicati sulle principali riviste di settore tra il 1996 e il 2020. Tante le note positive, ma anche le criticità ancora da superare. Tra i principali benefici generati per i territori dalle nuove opere di forestazione figurano la mitigazione di eventi climatici estremi e la regolazione della qualità dell’aria e del suolo, di cui è stata stimata un’incidenza economica positiva di 2.202,9 euro per ettaro all’anno. Ma non solo. L’Atlante delle Foreste rileva in maniera significativa anche l’impatto generato in termini di turismo sostenibile e attività culturali, con una valutazione di 639,2 euro per ettaro anno.
Emerge, inoltre, un altro valore che è fondamentale sottolineare e che non è legato direttamente all’uso delle aree. Parliamo del garantire, grazie alle attività di forestazione, la disponibilità della biodiversità e del funzionamento degli ecosistemi forestali per le generazioni future. In questo caso la stima individua un apporto di ben 2.342,5 euro per ettaro ogni anno. Tra i dati più significativi posti in evidenza non vi sono solo quelli relativi ai vantaggi complessivi. Interessante è anche analizzare come i diversi territori abbiano agito negli ultimi mesi e quali criticità si presentino nel raggiungere gli obiettivi di forestazione stabiliti dal Piano nazionale di ripresa e resilienza (Pnrr).
Lombardia, Trentino-Alto Adige e Veneto sono le Regioni con il più alto numero di alberi messi a dimora (dato aggregato tra investimenti pubblici e privati) nell’arco temporale considerato, mentre sul podio delle Città metropolitane troviamo Torino, seguita da Venezia e Bologna che hanno beneficiato dei fondi provenienti dal Decreto Clima e Pnrr. Per quanto concerne le 14 Città metropolitane italiane, il Pnrr ha previsto la messa a dimora di 6,6 milioni di alberi entro il 2024 con l’obiettivo di piantare 1.650.000 alberi entro il 31 dicembre 2022 e i restanti 5 milioni entro la scadenza fissata. Va precisato che, fatto salvo Venezia e Torino, la quasi totalità dei progetti ammessi al finanziamento si trova ancora nella fase di scouting o di planting, ovvero si è provveduto ad individuare le aree idonee e a produrre nei vivai le piante che si prevede saranno messe a dimora entro la fine del 2023.
Per tale ragione non è stato possibile inserire questi progetti nel presente report. Inoltre, lo studio sottolinea come il bando per l’assegnazione di fondi del Pnrr non abbia tenuto conto della problematica legata alla mancanza di suolo pubblico per la realizzazione degli interventi di forestazione, inserendo vincoli sugli ettari minimi delle aree. Questo si è tradotto con il fatto che alcune Città metropolitane, per via di progetti di rimboschimento già avviati e a causa del crescente consumo di suolo, non avendo aree sufficientemente grandi per creare nuovi boschi urbani, non hanno potuto trarre vantaggio da tali fondi: tra queste, ad esempio, Milano e Firenze.
È proprio nelle città che si riscontrano le maggiori criticità in termini di promozione del verde, come evidenziato nel Report Foreste 2023: nel 2022 su 105 capoluoghi la media è di soli 24 alberi ogni 100 abitanti che allontana per il Belpaese il raggiungimento, non solo degli obiettivi previsti dal PNRR, ma anche da quelli della Strategia dell’UE sulla biodiversità di piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030 e dall’obiettivo 11 dell’Agenda Onu di città più sostenibili e inclusive. Sono comunque risultati importanti quelli raggiunti nell’arco temporale analizzato dall’indagine di Legambiente. Si tratta di numeri che attestano un trend in lieve crescita per i progetti di rimboschimento: +15,7% rispetto all’anno precedente, e ben 169.799 alberi piantati solo dal settore privato, con un aumento del 30% rispetto al 2021.
Realizzare oggi progetti di forestazione è peraltro in generale più complesso rispetto al passato. Tra le difficoltà che vengono evidenziate nell’Atlante delle Foreste vi è la carenza di materiale vivaistico: in altri termini, non ci sono sufficienti alberi da piantare. Gli ultimi anni sono stati infatti caratterizzati dalla chiusura di molti vivai forestali pubblici, organi fondamentali e di garanzia per la forestazione. La carenza di personale, lo stato di abbandono di alcuni vivai e la mancanza di programmazione e investimenti hanno indebolito notevolmente il settore, rallentando di conseguenza i piani di messa a dimora.
È quindi strategico riorganizzare il sistema vivaistico italiano e proprio a tal fine la Strategia Forestale Nazionale, approvata a febbraio 2022, è intervenuta con un’azione specifica, destinata alle “Risorse genetiche e materiale di propagazione forestale”. L’obiettivo è quello di realizzare un programma in grado di rivitalizzare il settore, partendo anche dal recupero dei vivai di proprietà delle Regioni. Inoltre, sempre con l’obiettivo di dare nuova linfa vitale al comparto, la Direzione generale dell’economia montana e delle foreste – in accordo con le Regioni stesse – è ora impegnata nel rivedere i decreti attuativi del Dlgs 386/2003 (Attuazione della direttiva 1999/105/CE relativa alla commercializzazione dei materiali forestali di moltiplicazione).
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