Di Amato (Maire Tecnimont): “Ingegnere umanista interprete del futuro”
Roma, 6 lug. (Adnkronos) – “Oggi la sostenibilità è il tema. Riteniamo che ci siano delle opportunità per il futuro. Possiamo fare bene e la Fondazione può aiutarci in questo percorso con comunità dove intendiamo realizzare impianti che saranno del terzo millennio, ossia attenti alla sostenibilità con un occhio al domani e non al passato”. Così Fabrizio Di Amato, presidente della Fondazione Evolve e del Gruppo Maire Tecnimont.
L’evoluzione e gli obiettivi raggiunti dalla Fondazione in questi primi mesi sono stati sottolineati con orgoglio da Di Amato: “Tutto è partito dall’idea di avere uno strumento efficace ed utile come la Fondazione per promuovere le nostre attività sulla transizione energetica. L’archivio storico racconta le radici dell’azienda, di quello che facciamo e di quello che faremo con le proiezioni per il futuro”.
Nello spazio del Gruppo Maire Tecnimont si è tenuta ieri la tappa milanese di ‘Second Life: tutto torna’, un concorso dedicato alle opere di giovani artisti che scelgono di interrogare la loro vena creativa sul rapporto con la sostenibilità. Nel giorno del lancio dell’iniziativa e del progetto presenti anche Giuseppe Sala, sindaco di Milano, Raffaele Cattaneo, assessore all’Ambiente e Clima di Regione Lombardia, Alberto Irace, ad Alia Servizi Ambientali S.p.A, nonché rappresentanti del mondo dell’arte quali Marco Meneguzzo, docente di storia dell’Arte all’Accademia di Brera e curatore della mostra, l’artista Pietro Ruffo, Ilaria Catastini, direttore generale della Fondazione Evolve.
“‘Second Life: tutto torna’ è la riscoperta di quell’ingegno tutto italiano che ha lasciato segni tanto preziosi nel mondo e che tiene insieme visione, cultura, intelletto, spirito imprenditoriale”, ha proseguito Di Amato.
L’ingegneria oggi è di fronte ad una grande sfida: interpretare scenari che impongono storici cambi di paradigma, fornendo risposte creative, innovative ed efficaci. “Riteniamo che avere una visione ampia sia necessario – ha continuato il presidente di Fondazione Evolve e del Gruppo Maire Tecnimont – per accelerare un processo che non ha più spazio di attesa. L’ingegnere umanista può diventare un interprete del futuro. La tecnica è importante, ma altrettanto importante sono altri aspetti come quelli etici, sociali o ambientali. È la riscoperta di quell’ingegno tutto italiano che ha lasciato segni tanto preziosi nel mondo e che tiene insieme visione, cultura, intelletto, spirito imprenditoriale”.
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