Nespresso, Totaro: “Da Chicco a Chicco testimonia volontà di trovare soluzione concreta a impatto capsule esauste”
Brescia, 28 giu. (Adnkronos) – “Il progetto ‘Da Chicco a Chicco’ è nato 12 anni fa con la volontà di trovare una soluzione concreta per limitare sempre di più l’impatto delle capsule esauste in alluminio sul territorio italiano. In questi anni, il progetto è diventato uno dei più rappresentativi dell’impegno che Nespresso ha a favore del territorio italiano e dell’ambiente”. Queste le parole di Silvia Totaro, Sustainability and SHE Manager presso Nespresso Italiana, a margine della visita guidata organizzata da Nespresso presso il centro di riciclo Garm di Gavardo BS, dove è stato possibile osservare il processo che porta al riciclo delle capsule Nespresso esauste.
In questa occasione è stato presentato anche il primo Report di Impatto come Società Benefit in Italia di Nespresso, nel quale vengono enunciati gli obiettivi raggiunti nel corso di oltre 11 anni di attività sul territorio ed elencati i nuovi traguardi che l’azienda intende raggiungere entro il 2025: recuperare e riciclare oltre 600 tonnellate di alluminio e oltre 7.000 di caffè esausto per la produzione di compost per coltura del riso, con un investimento complessivo sul territorio di oltre 11 milioni di euro in attività di sostenibilità per la circolarità, il clima e le comunità.
“Abbiamo creato questo progetto perché in Italia le capsule non sono considerate un imballaggio, ma rappresentano un rifiuto urbano che va conferito nella raccolta indifferenziata – ha spiegato Totaro – Per questo motivo abbiamo deciso di lanciare questo sistema proprietario per riuscire a trovare una soluzione che ci permetta di portare a seconda vita quelli che sono i due materiali che compongono la capsula: l’alluminio, appunto, ed il caffè”.
Totaro ha poi illustrato il funzionamento dello progetto “Da Chicco a Chicco”: “Tutto parte dai nostri clienti, che possono riportare le capsule esauste presso i 150 punti di raccolta che abbiamo all’interno di più di 80 città italiane. Una volta riconsegnate presso le boutique o presso le isole ecologiche, le capsule giungono all’impianto di Garm di Gavardo BS, dove siamo oggi, e vengono trattate in modo tale da riuscire a dare una seconda vita ai materiali”.
Un oggetto così piccolo, come la capsula, che racchiude in sé, una volta esausto, due risorse preziose che possono essere reinventate in molteplici modi: “L’alluminio viene destinato alle fonderie e utilizzato per la creazione di nuovi oggetti, dalle biciclette alle penne da cancelleria. Il caffè invece viene utilizzato per creare il compost, che a sua volta viene utilizzato all’interno di una risaia in provincia di Novara. – ha sottolineato Totaro – Il riso che viene ottenuto anche grazie all’uso di questo fertilizzante naturale viene riacquistato da noi di Nespresso e donato al banco alimentare della Lombardia, del Lazio, del Piemonte e da quest’anno anche della Puglia”.
Totaro, poi, ha continuato raccontando i risultati ottenuti nel corso di questi 12 anni di attività del progetto: “Siamo riusciti a recuperare in tutto questo tempo oltre 10.000 tonnellate di capsule di caffè esauste, un risultato di cui siamo molto orgogliosi. Queste capsule hanno consentito di dare una seconda vita a più di 570 tonnellate di alluminio e circa 5.000 tonnellate di caffè. Grazie alla nostra collaborazione con i diversi banchi alimentari inoltre, siamo riusciti a supportare 400.000 persone e oltre 2.000 strutture caritative solo nel 2022. Quest’anno raggiungeremo invece milione di persone: un bellissimo numero tondo che è la prova concreta di quanto questo progetto sia in grado, a partire da una risorsa arrivata quasi alla fine del suo ciclo di vita, di costituire qualcosa che va a supporto di coloro che ne hanno più bisogno”.
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