Anbi presenta il Piano per rilanciare il sistema idrico italiano. E-Ambiente: servono soluzioni immediate
Sono 914 gli invasi per uso prevalentemente irriguo presenti in Italia e affidati alla gestione dei consorzi di bonifica che compongono Anbi, l’Associazione Nazionale Consorzi di gestione e tutela del territorio e acque irrigue, il cui raggio d’azione coincide con il 59% della superficie territoriale del Paese. In occasione dell’Assemblea nazionale tenutasi il 4 e 5 luglio, i consorzi Anbi hanno presentato il piano per la realizzazione di invasi multifunzionali, ovvero bacini destinati al trattenimento delle piene e alla creazione di riserve idriche. All’evento ha preso parte anche eAmbiente, realtà italiana impegnata sul fronte della sostenibilità dal 2022 parte del Gruppo Imq specializzato in testing, ispezioni e certificazioni (Tic). L’obiettivo del Piano è migliorare la resilienza dei territori esposti all’impatto del cambiamento climatico e dotare la superficie di nuove infrastrutture per la prevenzione idrogeologica a fronte di eventi estremi come siccità e allagamenti. Il tutto proiettato al raggiungimento degli obiettivi fissati nell’Agenda 2030. “I consorzi presiedono il territorio e quindi hanno una grande responsabilità in termini di sicurezza idraulica. Così nel garantire irrigazione e acqua nel territorio e protezione biodiversità” ha ricordato l’Amministratore Delegato di IMQ eAmbiente Group, Gabriella Chiellino – “Già nel 2012 sono state stabilite le linee strategiche del Piano di Adattamento ai cambiamenti climatici, tra cui la realizzazione di attività e opere per la messa in sicurezza del territorio con il supporto di finanziamenti misti pubblico-privati e la realizzazione di invasi per favorire il drenaggio delle piogge intense e la conservazione dell’acqua. “Il nostro territorio ha caratteristiche diverse, ma soffre egualmente siccità, esondazioni e problematiche legate alla mancanza d’acqua e alla salinizzazione” – ha ricordato Chiellino – “Le tecnologie per risolverle ci sono. Il tema però resta la tempestività. Servono soluzioni da attuare adesso. Il rischio è di dimenticarci dell’alluvione in Emilia-Romagna e farci trovare impreparati di fronte alla siccità”. Sulla necessità di pianificare interventi strutturali tempestivi, le ha fatto eco il Capo Dipartimento Protezione Civile Fabrizio Curcio: “Dal dopoguerra in poi abbiamo costruito senza considerare le fragilità del nostro territorio. Aree soggette ad alluvionamenti o interessate dalla cementificazione sono temi che vengono affrontati rispetto alle scelte del passato quando sono state fatte scelte sbagliate. L’importante è però decidere cosa fare per agire ora e pianificare le politiche del futuro”. I cambiamenti climatici rischiano di compromettere il modello di sviluppo italiano, e gli invasi multifunzionali possono giocare un ruolo centrale in termini di sfruttamento delle energie rinnovabili, potendo così essere definiti come batterie naturali al servizio del territorio.
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