In soli 9 mesi, la Bce ha riportato i tassi di interesse ai livelli dell’ottobre 2008, ossia di 15 anni fa. Una strategia che si traduce in una stangata per le imprese e le famiglie. Nell’ultimo anno il tasso d’interesse sui prestiti alle società non finanziarie è passato dall’1,09% al 3,90% e quello sui prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni è passato dall’1,49% al 3,79%. Questo significa che la spesa per interessi sui prestiti alle imprese nell’ultimo anno si è incrementata del 258% e sui mutui alle famiglie per l’acquisto di abitazioni del 154%. E con l’incremento del tasso di riferimento stabilito dalla Bce il 16 marzo di ulteriori 0,50% tale incremento di spesa per interessi sarà ancora più elevato nel prossimo mese. Lo riferisce Confesercenti. La stretta, avverte, avrà un inevitabile impatto sulle attività economiche e sulle famiglie.
Ipotizzando che vadano a rinnovo tutti i prestiti in scadenza, la spesa per interessi di famiglie e imprese è destinata a salire da qui a fine 2024 da 4,4 a 11,2 miliardi. Circa 1,6 milioni di famiglie hanno visto aumentare fortemente le rate del mutuo: su un importo di 600 euro, l’aggravio – considerando anche l’ultimo aumento dei tassi – è stimabile in 160 euro in più. Dal lato dei consumi, in un periodo già contrassegnato da molte incertezze e con un’inflazione che comprime il reddito disponibile delle famiglie, la nuova politica monetaria ridurrà quest’anno dello 0,2% l’incremento della spesa, che si fermerà quindi allo 0,5% compromettendo così l’espansione del pil.
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