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Jennifer Lawrence: “Madri imperfette? Non siamo ancora pronti ad accettarle”

26 Novembre 2025

Jennifer Lawrence riflette sul tema della maternità e delle pressioni che gravano sulle donne, al centro di ‘Die My Love’, da domani 27 novembre nelle sale italiane con Mubi. “Non credo che stiamo davvero imparando ad accettare madri imperfette”, afferma all’Adnkronos l’attrice e produttrice, spiegando che questo cambiamento culturale non potrà avvenire “finché non accetteremo quanto siano impossibili le richieste” rivolte alle donne, chiamate a “mettere al mondo esseri umani e crescerli”, ma allo stesso tempo a lavorare, “essere il sostegno economico della famiglia, riservate e perfette casalinghe. È impossibile”, ribadisce Lawrence, sottolineando come queste aspettative irrealistiche generino inevitabilmente “una pretesa altrettanto irrealistica su come dovremmo farlo e sull’atteggiamento che dovremmo avere mentre lo facciamo”. Tratto dal celebre romanzo omonimo di Ariana Harwicz (in Italia uscito col titolo ‘Ammazzati amore mio’, edito da Ponte alle Grazie) e diretto da Lynne Ramsay, il film segue la storia di Grace (Lawrence) e il suo compagno Jackson (Robert Pattinson), che si sono da poco trasferiti in una vecchia casa immersa nella campagna. Decisa a scrivere il Grande Romanzo Americano, Grace si ambienta nella nuova vita e dopo poco tempo la coppia accoglie la nascita di un bambino. Tuttavia, Jackson è spesso – e sospettosamente – assente, e con le pressioni della vita domestica che iniziano a pesarle, Grace comincia lentamente a perdere il controllo. L’attrice premio Oscar, incinta durante le riprese, racconta di non essersi lasciata travolgere dal ruolo di una donna che lotta con la depressione post-partum: “Sono stata molto fortunata perché ho avuto un post-partum molto sereno con il mio primo figlio”, spiega. Ciò che ha riconosciuto immediatamente, però, è quanto “il mondo sembri violento dopo che hai avuto un bambino: devi tornare al lavoro, che ti porta lontano da quel neonato. E poi viviamo anche in un mondo spaventoso, e tutto sembra così travolgente e così violento. Su questo mi sono riconosciuta completamente”. Ma pur “non avendo avuto un post-partum terribile, sono riuscita ad esplorare quel tipo di esperienza perché non mi faceva paura e non sentivo il bisogno di dover evitare quel luogo”. Sul messaggio del film, Lawrence spera che il pubblico – uomini e donne – possa rispecchiarsi in questa storia: “Spero che sentano ciò di cui hanno bisogno. È come la poesia: c’è un’affermazione, ma c’è anche spazio per respirare e per proiettare in essa le proprie emozioni”. E a chi sta affrontando depressione o difficoltà nel post-partum, l’attrice lancia un messaggio diretto: “Non siete soli”, conclude. (di Lucrezia Leombruni)

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