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Lavoro nero, scoperti a Pescara oltre 130 irregolari

18 Novembre 2022

Disoccupati tra i 30 e i 50 anni, impiegati come portantini nelle attività di “spallaggio” dei funerali della zona, senza contratto né tutele. È quanto emerso nei controlli a 17 aziende del pescarese, effettuati nell’ambito dell’operazione “Steal Jobs” delle Fiamme Gialle sul fenomeno del “lavoro sommerso” nel settore delle onoranze funebri della provincia. E sono oltre 130 i dipendenti risultati irregolari nel rapporto di lavoro. Di questi, la metà completamente “in nero”, alcuni anche percettori del reddito di cittadinanza e delle misure di sostegno emergenziali per Covid-19. Come emerso dalle indagini dei finanzieri della Tenenza di Popoli, le aziende di pompe funebri occultavano i portantini “in nero”, registrando, al loro posto, la presenza di dipendenti regolarmente assunti, nei verbali di chiusura feretro depositati al Comune. Con il risultato che spesso le stesse persone comparivano impiegate in più funerali nello stesso momento. Il trucco dell’ubiquità degli operatori veniva agganciato, poi, anche alla mancata contabilizzazione della fattura emessa per il servizio di somministrazione del personale reso ai competitors regolari. È così che, riferiscono le Fiamme Gialle, tra contributi non versati e ricavi non dichiarati, l’80% del personale utilizzato in quasi 1.500 funerali ispezionati è risultato “in nero” o “irregolarmente impiegato” dalle ditte esecutrici delle esequie per circa 6.300 giornate lavorative. Le verifiche dei finanzieri, avviate sulla scorta delle informazioni di rischio fornite da fonti d’intelligence, hanno coinvolto decine di Comuni dell’entroterra pescarese e si sono basate, in una prima fase, nell’acquisizione dei dati sui funerali celebrati negli anni 2019, 2020 e 2021. Sono state elevate maxi sanzioni amministrative per quasi 230.000 euro, violazioni di natura fiscale per circa 27.000 euro e possibili riflessi, anche penali, per falso in atto pubblico. Tutti i risultati sono stati trasmessi al competente Ispettorato Territoriale del Lavoro e all’Inail. “L’attività di servizio svolta dalla Tenenza di Popoli rimarca la grave incidenza che il ‘lavoro nero’ ha nel sistema economico-sociale della provincia, perché sottrae risorse all’Erario, omette le tutele previste per i lavoratori e incentiva una sleale competizione con le imprese che invece scelgono di rispettare la legge” afferma il comandante provinciale, colonnello Antonio Caputo.

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