Palermo, mafia: confisca beni per 150 mln a imprenditore
Beni per circa 150 milioni di euro sono stati confiscati dai finanzieri del Comando provinciale di Palermo a un imprenditore di 56 anni, attivo nel settore della grande distribuzione alimentare. Sulla base degli accertamenti svolti dal nucleo di Polizia economico finanziaria – Gico di Palermo, il giudice – valorizzando l’analisi e il riscontro di puntuali dichiarazioni rese da collaboratori di giustizia e la rilettura orientata in chiave economico finanziaria degli esiti di diversi procedimenti penali – ha ritenuto che l’imprenditore, “seppure non organicamente inserito nell’organizzazione criminale, sia da ritenersi ‘colluso'”, avendo operato, almeno dal 2004, “sotto l’ala protettiva di Cosa Nostra, in particolare la famiglia di Bagheria”. Secondo gli investigatori proprio la protezione offerta dal clan avrebbe scoraggiato la concorrenza, anche con danneggiamenti, e avrebbe consentito all’imprenditore di acquisire imprese concorrenti, risolvere le problematiche sorte nella gestione delle sue imprese (comprese quelle relative ai rapporti di lavoro con i dipendenti), dirimere controversie con i propri soci, ottenendo la possibilità di rilevare l’impresa contesa e beneficiando di una dilazione dei pagamenti e di evitare il pagamento del pizzo nella zona di Bagheria e, grazie alla mediazione della locale famiglia mafiosa, contrattare la messa a posto con i clan palermitani.
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