Con 328 sì, 41 no e 25 astenuti, la Camera ha approvato la riforma dell’ordinamento giudiziario e del Csm che ora passa al Senato. Stop alle porte girevoli tra politica e magistratura; separazioni delle funzioni; un sistema elettorale misto per l’elezione dei consiglieri togati del Csm che però non prevederà il sorteggio dei collegi; nuove regole per evitare le ‘nomine a pacchetto’ per i capi degli uffici.