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AfD e Ucraina al centro del primo duello televisivo tra Scholz e Merz

Il primo dibattito televisivo tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Friedrich Merz, leader della CDU e suo principale sfidante alle elezioni del 23 febbraio

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AfD e Ucraina al centro del primo duello televisivo tra Scholz e Merz

Il primo dibattito televisivo tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Friedrich Merz, leader della CDU e suo principale sfidante alle elezioni del 23 febbraio

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AfD e Ucraina al centro del primo duello televisivo tra Scholz e Merz

Il primo dibattito televisivo tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Friedrich Merz, leader della CDU e suo principale sfidante alle elezioni del 23 febbraio

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Il primo dibattito televisivo tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Friedrich Merz, leader della CDU e suo principale sfidante alle elezioni del 23 febbraio

Si è appena concluso il primo dibattito televisivo tra il cancelliere tedesco Olaf Scholz e Friedrich Merz, leader della CDU e suo principale sfidante alle elezioni federali del prossimo 23 febbraio. Il confronto tra il socialdemocratico e il conservatore ha toccato diversi punti chiave delle rispettive agende politiche: economia, interni, esteri e alleanze partitiche. Quest’ultimo punto si è rivelato particolarmente importante nei novanta minuti di confronto. Un tema ampiamente annunciato, date le polemiche delle ultime settimane sul presunto sdoganamento dell’ultradestra da parte della CDU.

Scholz ha attaccato Merz sostenendo che quest’ultimo, accettando i voti dell’Alternative für Deutschland abbia «violato un tabù e la sua parola». Il riferimento è alla promessa dei cristiano-democratici di non volersi aprire ad un’alleanza con l’AfD. Scholz ha aggiunto che «non si sa cosa può succedere di nuovo in futuro se le cose diventano difficili». Merz ha prontamente ribattuto: «Non lo faremo». Per il candidato del centrodestra si tratta di un’accusa pretestuosa dal momento che «Non ci sono punti in comune fra Cdu e Afd […] Ci dividono dei mondi. Per quel che riguarda l’Europa, la Nato, l’euro, la Russia, l’America». Ma Scholz avanza i suoi dubbi, sottolineando l’imprevedibilità della situazione interna al Bundestag dopo il voto.

Sull’economia il dibattito è serrato: Merz chiede un freno al debito pubblico – «Fino a che punto vogliamo arrivare con il nostro debito? Credo che abbiamo anche un obbligo nei confronti dei nostri figli. Che a un certo punto dovranno restituirlo» – mentre Scholz risponde con un secco «No» all’ipotesi che la coalizione semaforo abbia reso i cittadini più poveri, sottolineando l’impatto che la pandemia e il conflitto in Ucraina hanno avuto sui tedeschi.

Ed è sull’Ucraina che si presenta l’unico momento di convergenza tra i due candidati. Scholz, accusato da più parti di aver compiuto dei passi indietro sugli aiuti a Kyiv, afferma che «La Germania è, in termini assoluti, il secondo sostenitore più importante dell’Ucraina». Ma anche che il nuovo pacchetto di aiuti non potrà essere erogato senza prima aver raggiunto un accordo con gli alleati. E all’interno della coalizione, solo i Verdi insistono affinché l’esecutivo faccia di più. Il suo avversario è più diretto sulla questione: «l’Ucraina deve vincere», non basta il richiamo alla pace fatto dai socialdemocratici.

Il seguitissimo dibattito tra i due protagonisti delle prossime elezioni ha presentato due diverse visioni della Germania, ma non chiarisce nettamente lo scenario che si prospetta con l’inizio della nuova legislatura. Le domande sono ancora molte e la campagna elettorale durerà ancora due settimane. Al momento, nulla è escluso.

Di Antonio Pellegrino

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