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Agguato a Washington, uccisi due diplomatici israeliani – IL VIDEO

In un agguato a Washington hanno perso la vita due diplomatici israeliani in servizio all’ambasciata locale, un uomo e una donna. Si trovavano nei pressi del Capital Jewish Museum

 

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Il contorno è quello tipico di un attacco antisemita. In un agguato a Washington hanno perso la vita due membri dello staff dell’ambasciata israeliana, un uomo e una donna. Si trovavano nei pressi del Capital Jewish Museum. A dare la notizia per primo il segretario per la sicurezza interna Kristi Noem. «Stiamo indagando attivamente e lavorando per ottenere maggiori informazioni da condividere».

La polizia ha fermato un uomo, sospettato di aver aperto il fuoco. «L’indagine preliminare – capo dipartimento Pamela Smith – indica che entrambe le vittime stavano uscendo da un evento al Capitol Jewish Museum quando è avvenuta la sparatoria». L’unico sospettato avrebbe atteso, camminando avanti e indietro all’esterno del museo mentre era in corso un evento dedicato a docenti, intellettuali e diplomatici di religione ebraica. Si tratterebbe del 30enne Elias Rodriguez che «si è avvicinato a un gruppo di quattro persone, ha estratto una pistola e ha aperto il fuoco». Dopo la sparatoria sarebbe entrato nel museo, dove il personale di sicurezza lo avrebbe bloccato. Qui avrebbe gridato più volte «Palestina Libera!».

Immediate le reazioni furibonde delle rappresentanze diplomatiche di Tel Aviv. Danny Danon, ambasciatore di Israele presso le Nazioni Unite, confermando che al museo si stava svolgendo un evento ha definito la sparatoria un «atto depravato di terrorismo antisemita. Colpire i diplomatici e la comunità ebraica significa oltrepassare una linea rossa». Tal Naim Coen, portavoce dell’ambasciata israeliana a Washington, afferma: «Abbiamo piena fiducia nelle autorità di polizia, sia a livello locale che federale».

«Questi orribili omicidi, basati ovviamente sull’antisemitismo, devono finire, ORA!». Il presidente Trump commenta così il duplice omicidio. «Odio e radicalismo – aggiunge sul suo social Truth – non hanno posto negli Stati Uniti. Condoglianze alle famiglie delle vittime. È così triste che cose del genere possano ancora succedere. Che Dio vi benedica tutti!».

Di Umberto Cascone

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