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Il pericolo di Al-Jazeera

Dal 7 ottobre i leader di Hamas hanno gestito la guerra da Doha e trasmesso i loro messaggi attraverso l’emittente qatarina “Al-Jazeera”
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Il pericolo di Al-Jazeera

Dal 7 ottobre i leader di Hamas hanno gestito la guerra da Doha e trasmesso i loro messaggi attraverso l’emittente qatarina “Al-Jazeera”
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Il pericolo di Al-Jazeera

Dal 7 ottobre i leader di Hamas hanno gestito la guerra da Doha e trasmesso i loro messaggi attraverso l’emittente qatarina “Al-Jazeera”
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Dal 7 ottobre i leader di Hamas hanno gestito la guerra da Doha e trasmesso i loro messaggi attraverso l’emittente qatarina “Al-Jazeera”

Dal 7 ottobre i leader di Hamas hanno gestito la guerra da Doha e trasmesso i loro messaggi attraverso l’emittente qatarina “Al-Jazeera”, che ha abbandonato ogni pretesa di imparzialità. Gli invitati che vogliono esprimere opinioni diverse dalla linea editoriale sulla guerra a Gaza vengono infatti prontamente zittiti. Il ruolo di “Al-Jazeera” è però molto più insidioso. L’emittente qatarina mette infatti a rischio le operazioni militari israeliane, trasmettendo immagini di dove si trovano le truppe dell’Idf e offrendo persino consigli di esperti militari, che raccomandano potenziali obiettivi strategici da attaccare.

Il ruolo di “Al-Jazeera” nel conflitto in corso è stato reso evidente dal fatto che Mohammed Deif, il comandante dell’ala militare di Hamas, ha dichiarato guerra a Israele proprio con un messaggio trasmesso dall’emittente qatarina a tutto il mondo arabo. Nel suo messaggio del 7 ottobre, Deif aveva chiamato tutti i palestinesi – in Cisgiordania, a Gerusalemme e all’interno dello stesso Israele – a unirsi alla guerra. Il grido di battaglia di Deif, trasmesso interamente e amplificato da “Al-Jazeera”, era stato: «Alzatevi per sostenere la vostra moschea di Al-Aqsa. Espellete le forze di occupazione e i coloni [termine utilizzato da Hamas per descrivere tutti i civili israeliani, ndr.] dalla vostra Gerusalemme e distruggete i muri di separazione». Il comandante di Hamas aveva poi detto che la popolazione araba «nella Palestina occupata (Negev, Galilea, Haifa, Jaffa, Acco, Lod e Ramla)» doveva «dare fuoco alla terra che sta sotto i piedi dei saccheggiatori occupanti. Uccidete, bruciate, distruggete e chiudete le strade!».

Negli ultimi due mesi di guerra “Al-Jazeera” ha inoltre trasmesso costantemente tutti i messaggi dei leader di Hamas e le interviste con Saleh Arouri, vicepresidente dell’Ufficio politico del gruppo terroristico, che ha sempre negato che Hamas abbia ucciso bambini e stuprato donne durante il massacro del 7 ottobre. L’emittente qatarina non ha infatti mai trasmesso le immagini, riprese dalle stesse GoPro dei terroristi di Hamas, che mostrano le uccisioni e il rapimento di civili israeliani, proprio per non rovinare l’immagine della ‘resistenza’ agli occhi del mondo arabo.

Il giorno dell’attacco “Al-Jazeera” aveva inoltre condiviso su X un filmato esclusivo, che mostrava i membri di Hamas violare il confine fra Israele e Gaza e iniziare il loro assalto agli avamposti militari israeliani e alle comunità civili. Il giornalista di “Al-Jazeera”, visibilmente felice per l’attacco, aveva gridato: «I muri dei coloni… sono crollati, uno dopo l’altro insieme all’immagine dell’arrogante esercito di occupazione, umiliato dagli uomini delle Brigate Al-Qassam».

“Al-Jazeera” è un problema non soltanto per la sicurezza di Israele ma anche per quella dell’Occidente e dello stesso mondo arabo, che viene trascinato quotidianamente in una spirale di odio e violenza dalla propaganda, filo-islamista e ostile nei confronti dell’‘altro’, di questa emittente del piccolo e potente Emirato del Qatar.

di Yigal Carmon

Presidente del Middle East Media Research Institute ed ex consigliere dell’antiterrorismo per due primi ministri israeliani.

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