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Da Mosca: arrestato Alexander Skobov

Alexander Skobov, ex dissidente sovietico e nemico giurato del regime di Putin è stato arrestato con l’accusa di “sostegno al terrorismo” e “attività estremiste”

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Da Mosca: arrestato Alexander Skobov

Alexander Skobov, ex dissidente sovietico e nemico giurato del regime di Putin è stato arrestato con l’accusa di “sostegno al terrorismo” e “attività estremiste”

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Da Mosca: arrestato Alexander Skobov

Alexander Skobov, ex dissidente sovietico e nemico giurato del regime di Putin è stato arrestato con l’accusa di “sostegno al terrorismo” e “attività estremiste”

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Alexander Skobov, ex dissidente sovietico e nemico giurato del regime di Putin è stato arrestato con l’accusa di “sostegno al terrorismo” e “attività estremiste”

Mosca – Ieri, l’ex dissidente sovietico e nemico giurato del regime di Putin, Alexander Skobov, è stato arrestato a San Pietroburgo con l’accusa di “sostegno al terrorismo” e “attività estremiste”.

Gloria all’Ucraina, morte all’assassino Putin. Non vedo alcun senso nel partecipare a questa messinscena, e l’unica ragione per partecipare a questo teatrino è per sputare in faccia alla corte!” ha avuto la possibilità di gridare prima che iniziasse, a porte chiuse, la prima seduta con il Giudice per gli atti preliminari.

Veronika Karagodina, avvocato difensore di Skobov ha chiesto – senza successo – gli arresti domiciliari in quanto il suo assistito soffre di diabete, asma bronchiale e glaucoma.

Skobov che ha 66 anni era già stato dichiarato “agente straniero” è una vera e propria icona del movimento dissidente russo, prima sotto Breznev e poi sotto Putin. Espulso dal Komsomol (l’organizzazione dei giovani comunisti) nel 1978, venne arrestato nello stesso anno per aver stampato alcuni “samizdat” (volantini ciclostilati clandestini). Le autorità sovietiche gli proposero, a quel punto di di emigrare, ma lui si rifiutò e venne rinchiuso in un ospedale psichiatrico fino al 1981. Una pratica comune allora contro chi non credeva al “paradiso dei lavoratori” dell’URSS.

Una volta rilasciato dal manicomio venne però di nuovo arrestato. Iniziò la sua tragica odissea che lo portò a soggiornare ancora in vari carceri fino al 1989, quando con l’inizio della Perestrojka gorbacioviana venne definitivamente liberato. Si guadagnò allora da vivere come insegnante di scuole superiore di storia e pubblicò anche il libro di testo “Storia della Russia: 1917-1940” per le classi superiori delle scuole secondarie. Il suo coraggio e dirittura morale fecero sì che diventasse uno dei conferenzieri più apprezzato della galassia democratica in Russia.

Dopo lo scoppio della Prima guerra cecena, partecipò attivamente al movimento contro il conflitto voluto da Eltsin e fu autore di una serie di appelli contro il massacro nel Caucaso. Ha fatto ancheh parte di varie associazioni liberali ora purtroppo costrette all’illegalità.

Nel 2009-2011 è stato membro del consiglio di coordinamento della sezione di San Pietroburgo del movimento sindacale “Solidarność” e durante la guerra del Donbass nel 2014 ha sostenuto apertamente l’Ucraina, rigettando anche l’annessione della Crimea. Il 28 luglio 2014, mentre camminava di notte a San Pietroburgo è stato accoltellato da degli sconosciuti, restando in fin di vita per alcuni giorni.

Ora lo attende un processo la cui sentenza è già stata scritta al momento del suo arresto. Potrebbe essere condannato a 5-7 anni di prigionia senza condizionale se non verranno aggiunte nel frattempo altre accuse.

La Russia del XXI secolo sta ripercorrendo tragicamente gli stessi sentieri delle condanne politiche dell’epoca zarista e stalinista contro chi si batteva per la democrazia. Sono decine gli arresti e le condanne in questi ultimi giorni e anche i cronisti più attenti fanno fatica a tenerne il conto e seguirne le vicende.

di Yurii Colombo

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