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Atterrati a Linate sei bimbi gazawi bisognosi di cure, c’è anche il piccolo Adam

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Inaugurato nella notte il ponte aereo tra Gaza e l’Italia. Sono sei i bimbi palestinesi che saranno curati tra Lombardia e Piemonte. Tra loro Adam, unico di 10 fratelli sopravvissuto alle bombe israeliane

Atterrati a Linate sei bimbi gazawi bisognosi di cure, c’è anche il piccolo Adam

Inaugurato nella notte il ponte aereo tra Gaza e l’Italia. Sono sei i bimbi palestinesi che saranno curati tra Lombardia e Piemonte. Tra loro Adam, unico di 10 fratelli sopravvissuto alle bombe israeliane

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Atterrati a Linate sei bimbi gazawi bisognosi di cure, c’è anche il piccolo Adam

Inaugurato nella notte il ponte aereo tra Gaza e l’Italia. Sono sei i bimbi palestinesi che saranno curati tra Lombardia e Piemonte. Tra loro Adam, unico di 10 fratelli sopravvissuto alle bombe israeliane

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Il ponte umanitario tra Gaza e l’Italia è stato inaugurato nelle prime ore della notte, quando un aereo dell’Aeronautica Militare è atterrato a Linate con un carico importantissimo: sei bimbi palestinesi, bisognosi di cure a cui, nella loro terra massacrata dalle bombe, non possono accedere. E tra loro c’è anche il simbolo dell’ultima fase di escalation mediorientale. Il piccolo Adam, unico di 10 fratelli sopravvissuto a un raid su una scuola nella Striscia. Con lui è atterrata a Milano anche la madre, la pediatra palestinese Alaa al-Najjar che, smesso l’hijab nero con cui l’aveva intervistata giorni fa il Tg1 (e che, in certi ambienti politici, aveva scatenato sterili e imbarazzanti polemiche) ha subito ringraziato il ministro degli Esteri Tajani, in attesa sulla pista: «Grazie mille, non ho parole. È un piacere enorme essere qui in Italia».

Quello di stanotte è stato solo il primo volo, su cui erano imbarcati anche 55 adulti, familiari dei piccoli. Con i prossimi due, i gazawi trasferiti nel nostro Paese saranno 80, di cui 17 minori bisognosi di cure immediate. I bimbi atterrati poche ore fa si trovano già negli ospedali che hanno offerto disponibilità. Adam è al Niguarda, e altri due piccoli si trovano al Policlinico meneghino e al Papa Giovanni XXIII di Bergamo. Gli ultimi tre hanno invece trovato rifugio in strutture piemontesi.

Ad attendere il C-130 dell’Aeronautica, oltre a Tajani, c’erano anche gli assessori regionali della Lombardia Guido Bertolaso e Gianluca Comazzi, il personale Areu, due mediatori culturali, e operatori della Protezione civile e dell’Oms. Il ministro ha tenuto a sottolineare l’orrore da cui questi bambini e i loro accompagnatori arrivano: «Ho visto negli occhi delle mamme e dei bambini l’orrore della guerra. Ci hanno detto “non vogliamo tornare a Gaza, possiamo rimanere in Italia?”. Sono contento che questi bambini possano ritrovare un po’ di serenità qui nel nostro Paese. Contiamo di portarne altri appena sarà possibile. Le nostre azioni umanitarie non finiscono qua».

Di Umberto Cascone

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