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Congo, almeno 40 morti dopo il crollo dell’ingresso di una miniera di cobalto

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La folla di minatori abusivi messa in fuga dagli spari dei militari. Il crollo dell’ingresso di una miniera di cobalto, avvenuto lo scorso 15 novembre, ha causato almeno quaranta vittime – IL VIDEO

Congo

Congo, almeno 40 morti dopo il crollo dell’ingresso di una miniera di cobalto

La folla di minatori abusivi messa in fuga dagli spari dei militari. Il crollo dell’ingresso di una miniera di cobalto, avvenuto lo scorso 15 novembre, ha causato almeno quaranta vittime – IL VIDEO

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Congo, almeno 40 morti dopo il crollo dell’ingresso di una miniera di cobalto

La folla di minatori abusivi messa in fuga dagli spari dei militari. Il crollo dell’ingresso di una miniera di cobalto, avvenuto lo scorso 15 novembre, ha causato almeno quaranta vittime – IL VIDEO

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Bukavu, Repubblica Democratica del Congo. Il crollo dell’ingresso di una miniera di cobalto, avvenuto lo scorso 15 novembre, ha causato almeno quaranta vittime. Il “ponte” era in realtà uno scavo nella calotta di ingresso della miniera, utilizzato come passaggio sopraelevato. Senza alcun tipo di sostegno, la struttura instabile e già indebolita dalle forti precipitazioni, era destinata a cedere.

L’agitazione della folla avrebbe causato uno smottamento del terreno che ha innescato una reazione a catena. Secondo le prime ricostruzioni ufficiali, il caos sarebbe stato generato da alcuni colpi di arma da fuoco esplosi dai militari presenti nell’area. Infatti, il passaggio sopra l’ingresso della miniera di Kalando, a Mulondo, nella provincia di Lualaba, era stato dichiarato inagibile.

“Nonostante il divieto di accesso al sito dovuto alle forti piogge e al rischio di frane, gli scavatori abusivi si sono introdotti nella cava”, ha affermato il ministro degli Interni della provincia, Roy Kaumba Mayonde, durante una conferenza stampa. Secondo il ministro le vittime sarebbero trentadue, ma un rapporto pubblicato dal Servizio di supporto e guida per l’attività mineraria artigianale della RDC parla di almeno quaranta corpi sotto le macerie; ancora molti i dispersi. La miniera, da tempo, è contesa tra i minatori abusivi, la cooperativa incaricata della gestione delle operazioni e i responsabili legali del sito.

La Repubblica Democratica del Congo è il più grande produttore mondiale di cobalto

Il cobalto è un minerale fondamentale per la modernità: serve soprattutto per la realizzazione di batterie agli ioni di litio utilizzate nei veicoli elettrici, nei computer e negli smartphone. Se ne trova in cospicue quantità anche in Canada, Australia, Russia e Cina, ma i giacimenti più importanti – circa il 70% delle riserve mondiali – sono in Africa centrale. Proprio per questa ragione, negli ultimi decenni le regioni orientali del Paese con la più alta concentrazione di minerali, sono state devastate da conflitti intestini che hanno costretto la popolazione in una crisi umanitaria permanente.

Attualmente la Cina controlla circa l’80% della produzione di cobalto in RDC e le condizioni di lavoro nelle miniere sono disumane. Il lavoro minorile è una prassi: bambini tra di 7-8 anni scavano gallerie a mani nude, trasportano sacchi pesanti e passano intere giornate nel fango alla ricerca del prezioso minerale. L’ONU parla di almeno 40mila minori coinvolti, mentre secondo altre stime sarebbero più di 300mila. Le miniere artigianali e abusive sono numerosissime: scavate con attrezzi rudimentali e prive di qualsiasi sistema di sicurezza, dove incidenti e morti sono all’ordine del giorno.

Di Angelo Annese

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