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Contrastando il Covid all’inglese

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Il dietrofront del governo Boris Johnson sul Green Pass

Contrastando il Covid all’inglese

Il dietrofront del governo Boris Johnson sul Green Pass
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Contrastando il Covid all’inglese

Il dietrofront del governo Boris Johnson sul Green Pass
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Chi da noi era contrario al Green Pass lo vede come una nuova dimostrazione che il governo italiano sta sbagliando tutto. Il dietrofront di Boris Johnson sul certificato vaccinale – che da fine settembre avrebbe dovuto diventare obbligatorio per avere accesso a locali notturni e grandi eventi – per alcuni è la riprova che le misure in vigore da noi sono eccessive. In realtà questa lettura non tiene conto di alcuni elementi che invece sono fondamentali: il primo, più evidente, è che la Gran Bretagna ha percentuali di vaccinazione ben più alte dell’Italia. Secondariamente, per alcuni settori come per i lavoratori delle Rsa e anche i volontari che vi accedono, da novembre verrà introdotto l’obbligo di presentare il certificato di doppia vaccinazione e l’ipotesi è che la misura venga estesa a tutto il comparto sanitario. Come già si fa da noi, per intenderci. In terzo luogo, l’applicazione di tracciamento per i contatti dei positivi non è certo Immuni, che sappiamo bene è stata un flop totale. Oltremanica funziona eccome, e anzi è parecchio efficiente visto che a luglio, dopo la decisione di togliere le restrizioni per la pandemia, quasi due milioni di persone erano finite in quarantena, così causando non pochi problemi a diversi comparti professionali. Tra l’altro lì non sembra esserci il vizietto di andare in giro violandola, la quarantena, come invece è accaduto da noi. Insomma, nessuna sconfitta del Green Pass, più che altro la scelta di puntare su altro per avere lo stesso risultato.   di Gaia Bottoni

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