Anche nella Wagner iniziano a criticare Putin
I russi conquistano qualche casa in mezzo al disastro del loro esercito
Anche nella Wagner iniziano a criticare Putin
I russi conquistano qualche casa in mezzo al disastro del loro esercito
Anche nella Wagner iniziano a criticare Putin
I russi conquistano qualche casa in mezzo al disastro del loro esercito
I russi conquistano qualche casa in mezzo al disastro del loro esercito
I russi hanno ripreso mezza Optyne. Si tratta di un gruppo di case lungo 2 chilometri e largo 500 metri, delimitato a sinistra dall’autostrada T0513 (che collega la Lyman liberata alla Horlivka sotto dittatura militare, passando per Bachmut) e a destra dal fiume Bachmutka. Nelle stesse ore i soldati del Cremlino hanno preso anche la parallela Ivanhrad sulla riva opposta del rio, più un’unica fila di case lunga circa un chilometro che non un vero e proprio centro abitato.
Con questo abbiamo concluso l’elenco odierno dei guadagni dell’armata russa, ormai ridottasi a suonare la grancassa su ogni centimetro sopra il quale arranca. Lembi di terra che prima della guerra sarebbero valsi poche migliaia di hryvni (plurale di grivnia, la moneta ucraina) ora sono pagati col sangue di centinaia di soldati. L’Istituto di agraria di Optyne, fino al febbraio scorso pieno di studenti, viene colpito dai missili russi “Fagot” sparati dalla fanteria all’assalto: dovrà essere ricostruito dopo la guerra come buona parte del Donbas, ma questo non preoccupa certo i ‘liberatori’.
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Sulla pagina VKontakte (il Facebook russo) e sul canale Telegram dell’infame battaglione russo “Rusič” – aggregato alla Wagner e fondato da quell’Alexey Milchakov già famoso per la sua pubblica adesione al nazismo e per aver decapitato un cucciolo di cane a favore di camera – è apparso un messaggio anomalo. Un soldato identificato col soprannome “Topaz”, solito all’agire in silenzio, ha dato invece spazio alle sue preoccupazioni scrivendo dell’ormai cronica mancanza di munizioni per l’artiglieria zetista. Il problema pareva limitato alle formazioni straccione delle dittature militari donbasiane, costrette da qualche settimana a presentare in tv l’uso di carri armati in luogo degli obici come una grande innovazione bellica, quando invece è solo un consumo inutile di proiettili e preziose bocche da fuoco. Ora è però la Wagner stessa a lamentare la mancanza di proiettili e non solo. “Topaz” dichiara infatti che «il 70-80% dei mobilitati non è adatto ai combattimenti per mancanza sia di addestramento (visto che si pretende che un cassiere diventi un carrista in due settimane scarse) che di motivazione ideologica (dato che non vengono chiariti gli obiettivi della “operazione militare speciale”)». Niente di inedito, ma un criticismo del tutto inaudito da parte della componente più radicale e morbosa del fascismo russo combattente. A cui non piace neanche il teatro: «Tra i mobilitati, o per lo meno tra quelli non devastati dall’alcolismo dilagante, si è diffuso l’espediente di inscenare assalti alla radio – rimanendo invece al sicuro nella trincea – con tanto di sparatorie, rantoli e urla».
Soprattutto la logica di schieramento risulta assurda a “Topaz”: le reclute non vengono schierate con i veterani ma ammassate a casaccio su fronti peraltro molto difficili. «In questo modo – si lamenta – abbiamo centinaia di morti e feriti in battaglie per qualche inutile pozza di fango che, quando viene conquistata, il nemico evacua con facilità verso una posizione difensiva arretrata per poi bombardare i nostri con i cannoni e gli Himars». Avanti così, Z truppen!
Di Camillo Bosco
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