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generali russi

Donbass, il valzer dei generali russi

La guerra d’attrito nel Donbas suona il valzer dei generali russi: i cambi ai vertici dell’esercito russo non sono buoni segnali per Mosca.

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Donbass, il valzer dei generali russi

La guerra d’attrito nel Donbas suona il valzer dei generali russi: i cambi ai vertici dell’esercito russo non sono buoni segnali per Mosca.

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Donbass, il valzer dei generali russi

La guerra d’attrito nel Donbas suona il valzer dei generali russi: i cambi ai vertici dell’esercito russo non sono buoni segnali per Mosca.

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La guerra d’attrito nel Donbas suona il valzer dei generali russi: i cambi ai vertici dell’esercito russo non sono buoni segnali per Mosca.

Il quartier generale dell’esercito di Pušilin è esploso. Nello scorso fine settimana gli uffici che ospitavano il comando del Primo corpo d’armata dell’autoproclamata repubblica di Donec’k sono stati colpiti dall’artiglieria ucraina. La città donbasiana, occupata fin dal 2014 dalla Russia per tramite di vari governi collaborazionisti, si trova infatti a pochi chilometri dalla linea di contatto degli accordi di Minsk e ora è entro il raggio delle artiglierie inviate dall’Occidente. Gli ucraini stanno facendo quindi buon uso delle armi inviate dagli alleati riunitisi a Ramstein, anche se sono ancora incanalate in un flusso esiguo.

La notizia è stata data dall’ultranazionalista russo Igor’ Girkin, detto “Strelkov” (fuciliere), sempre più indignato dalla mancanza di risultati dell’esercito di Mosca: «Dobbiamo bombardare la Verchovna Rada (il Parlamento dell’Ucraina, ndr.) quando è in sessione, e poi dichiarare che è un avvertimento per il futuro» ha vaneggiato, gonfio d’ira per l’umiliazione. Ieri, per tutta risposta, Kyiv ha colpito un grande magazzino di munizioni situato nel distretto di Kuibyshivs’kyi della capitale collaborazionista, generando un’altissima nube di fumo.

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Strelkov, che è un ex colonnello dell’Fsb (i servizi segreti che si occupano della sicurezza interna russa), non ha alcuna voce in capitolo sulla condotta della guerra ma diversi altri segnali denunciano nervosismo tra i vertici dell’operazione “Z”, come ad esempio la recente promozione del colonnello generale Andrey Serdjukov. Si tratta nientemeno dell’ormai ex comandante delle temibili – quantomeno finché gli ucraini non ne hanno fatto polpette – truppe aviotrasportate russe (conosciute in patria con l’acronimo Vdv) che nei territori sotto il dominio siloviko godono persino di una giornata nazionale di celebrazione. L’ufficiale può risultare familiare a chi ci segue dal “sanguinoso gennaiodelle rivolte in Kazakistan, perché lì fu alla guida del contingente del Ctso corso in aiuto al ‘giovane’ governo di Qasym-Jomart Kemelūly Toqaev, a rischio di crollo per faide interne.

Ora Serdjukov è stato sostituito dal collega parigrado Mikhail Teplinsky, addirittura nativo del Donbas e già comandante del Distretto militare centrale, a cui lascia in eredità un corpo che ha perso circa la metà dei suoi effettivi. Nel mentre, l’ex generale dei paracadutisti è stato chiamato a sostituire il generale Dvornikov alla guida del Distretto militare meridionale russo. E quest’ultimo? È stato promosso anch’egli, fa sapere il comunicato stampa del comando russo. Non vi sono informazioni a riguardo del suo nuovo posto di comando, ma vista la sua precedente rimozione a capo delle Z truppen (a favore di Gennadij Židko) sorge il sospetto che si tratti di un gioco di parole per indicarne l’accantonamento. Oppure potrebbe essere stato chiamato a sostituire il tataro “Droopy” Gerasimov, già ferito dall’artiglieria ucraina a Izjum.

Qualunque siano le motivazioni dietro questi continui sconvolgimenti della struttura gerarchica militare russa, un tale valzer di generali non è un segno positivo. D’altronde che «l’operazione militare speciale in Ucraina procede secondo i piani stabiliti» – come ama sostenere Dmitrij Peskov, il portavoce del criminale Putin – non ci crede più neppure Lukashenka.

di Camillo Bosco

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