La nave russa Ammiraglio Vladimirskij per sabotare l’Occidente
Dallo scorso novembre la nave russa Ammiraglio Vladimirskij ha tracciato le infrastrutture occidentali. Putin si è assicurato di avere una mappa precisa nel caso sentisse il bisogno di un altro incidente stile North Stream
La nave russa Ammiraglio Vladimirskij per sabotare l’Occidente
Dallo scorso novembre la nave russa Ammiraglio Vladimirskij ha tracciato le infrastrutture occidentali. Putin si è assicurato di avere una mappa precisa nel caso sentisse il bisogno di un altro incidente stile North Stream
La nave russa Ammiraglio Vladimirskij per sabotare l’Occidente
Dallo scorso novembre la nave russa Ammiraglio Vladimirskij ha tracciato le infrastrutture occidentali. Putin si è assicurato di avere una mappa precisa nel caso sentisse il bisogno di un altro incidente stile North Stream
Dallo scorso novembre la nave russa Ammiraglio Vladimirskij ha tracciato le infrastrutture occidentali. Putin si è assicurato di avere una mappa precisa nel caso sentisse il bisogno di un altro incidente stile North Stream
Un vento di Levante spazza le vie di Baltijsk. Il soffio che proviene da Oriente è un ospite freddo ma familiare per la città eretta sull’istmo che divide la laguna della Vistola dalla baia di Danzica, nelle acque del Mar Baltico. «Siamo la più occidentale delle città russe!» dichiarano orgogliosi i suoi abitanti. E non sbagliano, dacché è l’insediamento collocato più a Ovest all’interno dell’exclave russa dell’oblast’ di Kaliningrad, il fazzoletto di terra del Cremlino stretto tra la Polonia e la Lituania a quasi 400 chilometri dal resto del territorio russo.
Prima di ricevere il suo attuale nome in onore del rivoluzionario bolscevico Michail Ivanovič Kalinin, la città che dà il nome alla piccola regione era conosciuta come Königsberg (Regiomonte). In questo modo l’avevano battezzata i Cavalieri teutonici che la fondarono nel 1255, in omaggio al loro protettore Ottocaro II di Boemia. Per ironia della sorte fu invece un caporale austriaco fissato proprio con l’antichissimo passato marziale prussiano la causa del passaggio di questo territorio in mano russa. Alla fine della Seconda guerra mondiale i sovietici occuparono infatti quell’exclave tedesca ed espulsero tutti i germanofoni ancora residenti. Così dal 1946 la grad (città) di Kalinin rappresentò la base militare di Mosca puntata contro il cuore dell’Europa.
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Kaliningrad non è soltanto una base per aerei e testate nucleari: in questa città ha il suo quartier generale anche la flotta russa del Mar Baltico, le cui navi partono però dal vicino porto di Baltijsk. Da uno dei moli di quest’ultimo è in effetti salpata nel novembre scorso la nave oceanografica “Ammiraglio Vladimirskij”, l’ultima sopravvissuta delle sei colossali Project 852 costruite negli anni Settanta dall’Unione Sovietica nel porto polacco di Stettino. La sua missione non ha però riguardato lo studio della fauna marina. La “Ammiraglio Vladimirskij” ha infatti spento subito il suo trasponder una volta in mare aperto e il perché di questa segretezza è stato svelato da una banale trasmissione meteorologica quotidiana che la nave inviava all’Ammiragliato. L’intercettazione di quelle comunicazioni in codice Morse ha evidenziato un itinerario assai peculiare.
Dal 14 al 20 novembre ha sostato al largo delle coste britanniche, sopra i cavi sottomarini “NO-UK” e “Havhingsten/North Sea Connect”, con una breve capatina il 17 su quelli posati tra Londra e Rotterdam (“Scylla”, “Zeus”, “Ulysses 2”, “Concerto” “Circle North” e “Farland North”) che collegano le reti europee a quelle inglesi. Il 21 novembre è passata sopra lo snodo del “Tampnet Offshore” che collega il Regno Unito alla Scandinavia. Dal 22 al 25 dello stesso mese ha poi navigato nella zona dei cavi “Energinet Laeso-Varberg” e “Kattegat 2” che collegano la Danimarca alla Svezia. Il 26 è invece transitata sopra quelli “Baltica” e “Denmark-Poland 2” tra la Polonia e l’isola danese di Bornholm. Tra il 3 e il 5 dicembre si è infine soffermata sopra il cavo “BCS East-West Interlink” tra la Lituania e l’isola svedese di Gotland, il cavo “C-Lion1” tra la Germania e la Finlandia nonché i cavi fra la Lettonia e la Svezia.
Le lenti usate per esplorare le meraviglie degli abissi marini possono essere usate anche per individuare con precisione gli obiettivi da sabotare per interrompere sezioni intere della rete Internet dell’Occidente e grazie a questo breve viaggio invernale della nave sua omonima Putin si è assicurato di avere una mappa precisa nel caso sentisse il bisogno di un altro incidente stile North Stream.
Di Camillo Bosco
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