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Le ferite della guerra ucraina

Le ferite della guerra in diretta da Mosca

Il nostro inviato in diretta da Mosca, Yurii Colombo, ci racconta come la pioggia di droni ucraini sulla città stiano facendo davvero male all’orgoglio e l’economia del Paese
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Le ferite della guerra in diretta da Mosca

Il nostro inviato in diretta da Mosca, Yurii Colombo, ci racconta come la pioggia di droni ucraini sulla città stiano facendo davvero male all’orgoglio e l’economia del Paese
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Le ferite della guerra in diretta da Mosca

Il nostro inviato in diretta da Mosca, Yurii Colombo, ci racconta come la pioggia di droni ucraini sulla città stiano facendo davvero male all’orgoglio e l’economia del Paese
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Il nostro inviato in diretta da Mosca, Yurii Colombo, ci racconta come la pioggia di droni ucraini sulla città stiano facendo davvero male all’orgoglio e l’economia del Paese
Mosca – Mentre lo scontro sui fronti del Donbas tra Mosca e Kiev si è trasformato sempre di più in guerra d’attrito, l’Ucraina sta sperimentando negli ultimi mesi degli attacchi diretti (soprattutto con droni) sul territorio russo oltre che naturalmente sul ponte che collega la Crimea alla terraferma. L’obiettivo evidente della Difesa ucraina non è quello di terrorizzare la popolazione civile, ma di mettere in crisi il complesso della rete dei trasporti della Federazione. Gli attacchi degli ultimi giorni, sempre più continui, ne fanno fede. Tra domenica e lunedì mattina si sono registrate una serie di incursioni di droni ucraini in primo luogo nella periferia di Mosca, ma anche nelle regioni di Rostov e Belgorod. A Kursk un drone si è schiantato sulla stazione ferroviaria, danneggiando la facciata e il tetto della struttura. Gli attacchi su Mosca, già da oltre una settimana, stanno provocando cancellazioni di voli e gravi ritardi nei due aeroporti della capitale di Vnukovo e di Domodedevo. Anche due giorni fa, dopo l’ennesimo schianto di un drone-kamikaze nella cittadina fuori Mosca di Istra, 45 voli hanno subito ritardi e 6 sono stati rischedulati negli aeroporti di San Pietroburgo e di Niznij Novgorod. Venerdì notte un altro velivolo ucraino si era conficcato in uno dei sei padiglioni dell’Expocentre – allestito per un’esposizione internazionale di prodotti automobilistici – determinando anche in questo caso la chiusura per alcune ore dei non lontani aeroporti moscoviti. Questi black-out del trasporto aereo stanno rendendo difficili i decolli dei charter verso la Turchia e la Thailandia, diventate nell’ultimo anno e mezzo le destinazioni turistiche più gettonate dai russi. Ma soprattutto queste offensive stanno mettendo ancora più in crisi la già rimaneggiata catena logistica del Paese. Ormai non solo i prezzi delle merci d’importazione sono andati alle stelle, ma anche le attese sono diventate infinite. Bisogna aspettare più di un mese per ricevere lenti per occhiali tedesche o profumi francesi anche perché i depositi dei prodotti di importazione vengono costantemente colpiti chirurgicamente dagli ucraini. Domenica mattina è andato a fuoco appena fuori Mosca, a Grivno, un magazzino di 75mila metri quadrati della Ozon (l’Amazon russa), mandando letteralmente in fumo migliaia di ordini pronti per essere evasi. Il martellamento dell’artiglieria del Tridente sta producendo seri guasti anche al trasporto e alla consegna di prodotti alimentari. Nelle ultime 24 ore, le Forze armate ucraine hanno sparato 158 colpi di artiglieria su Belgorod, ha sostenuto il governatore russo Vjacheslav Gladkov. Questi attacchi hanno messo in crisi le consegne – ai supermercati e ai ristoratori della Russia centrale – della carne di pollo e di maiale che viene prodotta principalmente proprio nella regione di Belgorod (oltre che nella adiacente zona di Stavropol). La ricaduta sui prezzi al consumo è stata inevitabile. Secondo Sergej Mironov, dell’Associazione per la difesa dei consumatori, «L’8 marzo il filetto di petto di pollo costava 280 rubli al chilo, ma il 26 luglio era già arrivato a 355 rubli. Mentre la lonza di maiale è passata in poche settimane da 335 a 395 rubli». di Yurii Colombo

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