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Putin e Steven Seagal

Putin arranca ma tranquilli, c’è Steven Seagal

Le perdite catastrofiche subite dalla Russia, obbligano i siloviki a scelte di propaganda pittoresca come il richiamo dell’attore statunitense Steven Seagal, amico del criminale Putin.
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Putin arranca ma tranquilli, c’è Steven Seagal

Le perdite catastrofiche subite dalla Russia, obbligano i siloviki a scelte di propaganda pittoresca come il richiamo dell’attore statunitense Steven Seagal, amico del criminale Putin.
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Putin arranca ma tranquilli, c’è Steven Seagal

Le perdite catastrofiche subite dalla Russia, obbligano i siloviki a scelte di propaganda pittoresca come il richiamo dell’attore statunitense Steven Seagal, amico del criminale Putin.
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Le perdite catastrofiche subite dalla Russia, obbligano i siloviki a scelte di propaganda pittoresca come il richiamo dell’attore statunitense Steven Seagal, amico del criminale Putin.
Mille gallonati russi entrarono in Ucraina e non furono più. L’account Twitter @KilledInUkraine ha ricostruito questo spaventoso numero di caduti dall’analisi degli annunci mortuari sui principali social media russi. Un lavoro di raccolta che si attesta per difetto, dato che esclude tutti quegli ufficiali che non hanno ancora ricevuto una pubblica trenodìa perché giacciono tra i girasoli o in qualche cella frigorifera ucraina. Il Cremlino si è dimostrato infatti restio a ricevere da Kyiv i corpi dei soldati deceduti: sia per non abbassare troppo il morale a casa, sia per diluire l’entità dei principeschi rimborsi (il famoso “obolo del feretro”) assegnati alle famiglie delle vittime. Una parte consistente delle Z truppen – di ogni ordine e grado – che sono passate a miglior vita risultano quindi disperse, trovandosi in un purgatorio non già spirituale ma burocratico. Comunque è attestato che la guerra sia già finita per almeno 10 generali, 34 colonnelli, 67 tenenti colonnelli, 135 maggiori, 206 capitani, 328 primi tenenti, 188 tenenti e 32 ufficiali (per i quali non è stato ancora possibile confermare il grado) dell’armata russa. Per tacere dell’altra dozzina di generali licenziati dai siloviki per aver fallito gli obiettivi dell’Operazione Z, come Dvornikov e Chaiko. Il dato vertiginoso di tali perdite è ben più catastrofico di quanto possa già sembrare: se negli eserciti occidentali i sottufficiali sono addestrati per operare in maniera autonoma sul campo di battaglia, le pratiche delle schiere moscovite sono invece rimaste al palo sovietico. Infatti nessuna foglia si muove tra i soldati di San Giorgio senza che l’ordine sia passato attraverso la rigida catena di comando degli ufficiali e la morte di un così gran numero di decisori accumula sui sopravvissuti un aggravio burocratico preponderante. Già ora i militari di Mosca lamentano come nei duelli d’artiglieria le loro batterie impieghino da mezz’ora a quattro ore per rispondere al fuoco – quelle ucraine invece pochi minuti – e la situazione è destinata solo a peggiorare. Inoltre un numero insufficiente di comandanti disponibili rende impossibile la gestione efficace delle squadre, soprattutto nelle complesse operazioni d’assalto. Lo sanno bene i kontraktniki (soldati russi sotto contratto) che muoiono a mazzi ogni giorno nel tentativo di conquistare i villaggetti deserti del Donbas. Niente panico, però, dato che in soccorso dell’ammaccata Federazione Russa è arrivato nientemeno che l’attore Steven Seagal. L’americano – accusato di molestie sessuali da diverse attrici di Hollywood, multato di 300mila dollari per aver sponsorizzato la criptovaluta di un gruppo di truffatori serbi e già famoso per aver perso il controllo di un carro armato in Arizona uccidendo un cagnolino dentro la casa contro cui si era schiantato – gode infatti della cittadinanza russa per volere diretto del criminale Putin, suo amico personale. Il divo parecchio imbolsito dei film d’azione degli anni Novanta è apparso aggirarsi per le rovine della prigione di Olenivka, impegnato nel tentativo di scagionare la Russia dall’omicidio di oltre 50 prigionieri di guerra appartenenti al reggimento Azov. Non depone a favore della propaganda zetista l’utilizzo di un tale screditato pitocco per i propri fini ma, con l’attuale scarsità di viventi disposti a collaborare, è chiaro che le maglie del reclutamento andranno ad allargarsi.   di Camillo Bosco

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