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Spie russe

Spie russe scovate in Polonia

Arrestati sei cittadini bielorussi che sorvegliavano l’aeroporto di Resovia per conto di Mosca
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Spie russe scovate in Polonia

Arrestati sei cittadini bielorussi che sorvegliavano l’aeroporto di Resovia per conto di Mosca
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Spie russe scovate in Polonia

Arrestati sei cittadini bielorussi che sorvegliavano l’aeroporto di Resovia per conto di Mosca
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Arrestati sei cittadini bielorussi che sorvegliavano l’aeroporto di Resovia per conto di Mosca
Dalla Russia con spione. L’Abw polacca, acronimo per Agencja Bezpieczeństwa Wewnętrznego (Agenzia per la sicurezza interna), ha arrestato ben sei cittadini bielorussi perché sospettati di lavorare per la Federazione Russa. Forse al soldo del direttorato “S” del Svr (Služba vnešnej razvedki, Servizio per le informazioni internazionali) oppure agenti esterni del primo direttorato del Gru (Glavnoe razvedyvatel’noe upravlenie, Direttorato generale per le informazioni militari) oppure ancora in quanto collaboratori del Quinto servizio del Fsb (Federál’naja služba bezopásnosti Rossijskoj Federácii, il Servizio federale per la sicurezza della Federazione Russa di cui lo stesso Putin fu a capo). Insomma tutto si può dire dei russi, tranne che non piaccia loro tenersi informati. In ogni caso l’annuncio è stato fatto dal ministro degli Interni Mariusz Kamiński senza nascondere una punta di soddisfazione, data l’antica e comprovata rivalità fra Varsavia e Mosca. Il governo polacco è noto come tra i più stentorei difensori della causa ucraina e, all’ombra dell’ancora fresca memoria di decenni di imperialismo russo-sovietico, è cresciuta sul confine polacco-ucraino una forte collaborazione per permettere il transito in sicurezza di rifugiati e merci. Così se i cieli giallazzurri sono vietati ai voli civili a causa delle ostilità, l’aeroporto internazionale di Resovia – situato a Jasionka nel voivodato della Precarpazia e distante appena 80 chilometri dalla frontiera tra i due Paesi – è diventato uno dei punti più vitali di questa intensa logistica di guerra. LEGGI TUTTI GLI ARTICOLI DI “CRONACHE DI GUERRA” Proprio per tale motivo l’intera zona era stata presa di mira dagli agenti prezzolati dal Cremlino, che avevano installato dozzine di telecamere. Gli apparecchi di sorveglianza erano stati nascosti lungo la rete ferroviaria, i viadotti e altre infrastrutture critiche al fine di sorvegliare i movimenti di materiale bellico. Un’operazione di ricognizione e identificazione dei bersagli simile alla crociera nel Mare del Nord della nave oceanografica “Ammiraglio Vladimirskij”, alla ricerca dei cavi e dei gasdotti sottomarini europei (di cui abbiamo dato notizia il 13 gennaio scorso) ma ben più concreta nel contesto delle operazioni militari. D’altronde le armi occidentali si sono dimostrate una spina nel fianco delle Z truppen e un’operazione di questo tipo è la conferma delle ossessioni del Comando militare russo. Dato l’incendio che ieri è divampato nel grande palazzo di Rostov sul Don dove si trova la sede locale dell’Fsb, forse dovrebbero però prima concentrarsi sul loro territorio. In attesa di sviluppi da parte degli investigatori, è arrivata una conferma indiretta della colpevolezza degli arrestati. Il canale Telegram filorusso “ЖС Premium” ha infatti pubblicato i dati di tre degli accusati senza che le loro generalità fossero diffuse dagli inquirenti polacchi, come se i dossier fossero già pronti per ogni evenienza. Dalle repentine interviste rilasciate dai familiari scopriamo quindi che Posmityukha Vladislav Alexandrovich (nato nel 1994), Medvedeva Maria Pavlovna (nata nel 2004) e Moskalenko Nikolai Nikolaevich (nato nel 1971) sarebbero tre normali bielorussi caduti vittime della russofobia polacca. Excusatio non petita, accusatio manifesta. Di Camillo Bosco

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