La tattica della terra bruciata per sfinire i nemici
Come gli ucraini sono costretti a ritirarsi dai bombardamenti indiscriminati delle artiglierie rusciste. La tattica della ‘terra bruciata verso l’interno’ ha già portato alla morte di un abitante di Mariupol su dieci.
La tattica della terra bruciata per sfinire i nemici
Come gli ucraini sono costretti a ritirarsi dai bombardamenti indiscriminati delle artiglierie rusciste. La tattica della ‘terra bruciata verso l’interno’ ha già portato alla morte di un abitante di Mariupol su dieci.
La tattica della terra bruciata per sfinire i nemici
Come gli ucraini sono costretti a ritirarsi dai bombardamenti indiscriminati delle artiglierie rusciste. La tattica della ‘terra bruciata verso l’interno’ ha già portato alla morte di un abitante di Mariupol su dieci.
Come gli ucraini sono costretti a ritirarsi dai bombardamenti indiscriminati delle artiglierie rusciste. La tattica della ‘terra bruciata verso l’interno’ ha già portato alla morte di un abitante di Mariupol su dieci.
Lyman è caduta. Elementi del 239esimo reggimento di carri armati della Guardia e della 90esima divisione di carri armati della Guardia hanno preso la città ucraina sulla riva Nord del fiume Donetto, respingendo i difensori nei boschi vicini e al di là del rio. Seppur non strategicamente fondamentale, la conquista è un passo in avanti nella tattica del generale Alexander Dvornikov per il controllo totale dell’oblast’ di Luhans’k. La presenza sul fronte della 90esima divisione è poi degna di nota: questa vasta unità fu una di quelle impiegate nel fallito assalto della zona di Kyiv, subendo grosse perdite nella battaglia per la conquista di Brovary (fra queste persino il colonnello Andrey Zakharov, comandante di uno dei suoi reggimenti).
Non sappiamo se questa vittoria porterà a un nuovo tentativo di guado delle forze russe verso gli obiettivi più a Sud, in particolare Slov’’jans’k – finora hanno trovato ad attenderle le artiglierie ucraine, con conseguenti grosse perdite – ma sappiamo quanto il Cremlino se ne infischi della sua “carne da cannone”. Unità come la 90esima divisione sono state infatti nuovamente buttate al fronte senza il tempo necessario per ricostituirsi e rifornirsi. A Mosca importa soltanto sviluppare quella superiorità numerica che ora sta mandando in visibilio l’internazionale putinista, finalmente appagata nei propri miti infantili sulla potenza dell’esercito sovietico.
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In realtà la Russia è sempre stata materialmente superiore ai difensori ucraini ma nei primi mesi di guerra coordinava malamente tali forze per lo shock di non aver trovato petali di fiori ad accoglierla. La verità sui sentimenti degli invasi è però ormai stata assimilata dai russi e ora la parola d’ordine è diventata “Groznyj”. Come già la capitale cecena negli anni Novanta, così ogni cittadina ucraina che opponga una certa resistenza viene compiutamente obliterata dall’artiglieria ruscista, obbligando i difensori a ripiegare per non rischiare di rimanere isolati o seppelliti dalle macerie.
Questa peculiare tattica di terra bruciata all’inverso, che nei mesi scorsi ha già portato alla morte di un abitante di Mariupol su dieci, non ha precedenti dato che solitamente l’invasore vorrebbe anche accaparrarsi qualcosa dopo aver versato tanto sangue. Ma i siloviki stanno ormai combattendo per la salvezza del loro regime e tramuterebbero in polvere l’intera Ucraina piuttosto che far tornare in pace nei propri acquartieramenti una sola divisione dei loro katsap (termine denigratorio per indicare i russi, riferendosi alle loro lunghe barbe e generale trascuratezza).
Appare quindi più che giustificata la denuncia del presidente Volodymyr Zelens’kyj riguardo la messa in atto nel Donbass di un genocidio da parte dei russi, dato che le tracce umane degli insediamenti ucraini stanno letteralmente sparendo in un inferno di fuoco d’artiglieria. Seguendo il classico schema “sasso, carta, forbice”, per contrastare l’uso scriteriato degli obici sarebbe necessario il dispiegamento dei veicoli acronimati Mlrs (sistema per il lancio multiplo di razzi), capaci di colpire a loro volta le batterie nemiche prima che vengano spostate. In questo momento soltanto l’invio di queste armi da parte dell’Occidente può interrompere la dieta di dolore a cui il criminale Putin ha costretto l’Est del Paese dei Girasoli.
Di Camillo Bosco
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