Vietato fotografare i missili
I turisti russi spie involontarie per i servizi segreti ucraini.
Vietato fotografare i missili
I turisti russi spie involontarie per i servizi segreti ucraini.
Vietato fotografare i missili
I turisti russi spie involontarie per i servizi segreti ucraini.
I turisti russi spie involontarie per i servizi segreti ucraini.
Michail Razvožaev, il governatore della città di Sebastopoli, ha chiesto ai suoi concittadini di fare foto al mare e non ai sistemi missilistici di difesa antiaerea. Sembrerebbe un avvertimento lapalissiano ma lo status psicologico degli occupanti in questa estate è a dir poco particolare. Il Comando generale della Flotta russa del Mar Nero è stato colpito da un drone kamikaze ucraino per la seconda volta in meno di un mese. Sarebbero stati utilizzati dei piccoli velivoli Mugin-5 cinesi ad ala fissa (o delle loro copie) pilotati in remoto e modificati per trasportare modeste quantità di esplosivo. Danni minimi ma umiliazione massima per uno dei cuori del potere navale di Mosca, esposta all’attacco di plasticaccia d’uso civile dal costo di appena 10mila dollari.
Esiti ben diversi hanno avuto piuttosto gli attacchi agli aerodromi militari della Crimea. La base di Novofedorivka, situata nel vicino rajon (distretto) di Saki, è stata devastata da diverse esplosioni che hanno in pratica annientato il 43esimo Squadrone indipendente d’assalto dell’aviazione della Marina russa e la sua flotta di bombardieri che martoriavano il sud dell’Ucraina. Così come nel territorio di Džankoj sono stati colpiti in contemporanea dei depositi di munizioni, un importantissimo snodo ferroviario – isolando in pratica una parte della penisola dalla terraferma – e un trasformatore che i siloviki progettavano di connettere alla centrale nucleare di Enerhodar (in queste settimane al centro di provocazioni da parte del criminale Putin).
Questi sfrontati attacchi ucraini hanno seppellito il mito dell’intoccabilità della penisola temporaneamente occupata tanto che il ponte sullo stretto di Kerč’, costruito dall’oligarca Arkadij Rotenberg sotto ordine diretto del Cremlino per collegarla alla Russia, ha registrato flussi record di attraversamenti. La propaganda russa si è ben guardata dal precisare che fossero flussi in uscita ma i video dei ‘profughi volontari’ non hanno lasciato dubbi. «Non voglio lasciare la Crimea, non voglio!», singhiozza tra le lacrime una donna nel sedile posteriore di un’auto ricolma di bagagli. «Era così bello abitare qui, mi sentivo a casa!». I coloni russi non sentono più questa terra soleggiata e ambita come sicura e pensano sia meglio tornare dentro i confini riconosciuti internazionalmente, anche perché la tanto temuta ritorsione russa si è rivelata meno di una tigre di carta.
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Soprattutto, per settimane è aleggiato un profondo mistero su come fossero stati compiuti questi colpi da maestro: missili a lunga gittata Usa Atacms? Missili ucraini Hrim-2? Per tutta risposta il comando giallazzurro ha condiviso alcune foto delle sue forze speciali all’opera sotto il naso delle Z truppen di stanza in Crimea. Ammissione che rende quindi molto probabile l’utilizzo di stormi di droni suicidi per tutti gli attacchi. Come contromisura generale i russi hanno riempito il territorio di postazioni anti aeree S-400, che i turisti rimasti trovano assai rassicuranti e inseriscono nelle loro foto su Instagram. Così facendo le espongono, però, al rischio di essere distrutte: già una, immortalata a lato della panza di un rubicondo vacanziere moscovita, è stata geolocalizzata (alle coordinate 45.180317-33.232232, per chi volesse controllare) da Mark Krutov, giornalista dell’ufficio nella Repubblica Ceca dell’agenzia di stampa Radio Free Europe/Radio Liberty. Un aiuto non da poco ai progetti di Kyiv per liberare il suo territorio dal tallone ruscista.
Di Camillo Bosco
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