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Cultura e identità nel mirino dei russi

La giornata della letteratura e della lingua ucraina, la festività che ogni 9 novembre commemora Nestor Litopysets.
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Cultura e identità nel mirino dei russi

La giornata della letteratura e della lingua ucraina, la festività che ogni 9 novembre commemora Nestor Litopysets.
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Cultura e identità nel mirino dei russi

La giornata della letteratura e della lingua ucraina, la festività che ogni 9 novembre commemora Nestor Litopysets.
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La giornata della letteratura e della lingua ucraina, la festività che ogni 9 novembre commemora Nestor Litopysets.
Oggi si celebra la giornata della letteratura e della lingua ucraina. Istituita nel 1997 dall’allora presidente Leonid Kuchma, la festività commemora ogni 9 novembre Nestor Litopysets (Nestore il cronista, seguace di Cirillo e Metodio), religioso del monastero di Kyiv-Pechersk vissuto tra il 1050 e il 1114, considerato il capostipite della lingua ucraina. Da quando nel 2014 è iniziata l’invasione russa del Paese, un numero sempre crescente di ucraini originariamente russofoni ha scelto spontaneamente di parlare la lingua ucraina. Dopo il 24 febbraio di quest’anno, vale a dire da quando quell’invasione ha assunto le dimensioni di una guerra totale finalizzata all’annientamento dell’identità dell’Ucraina come nazione, la lingua russa è considerata dalla maggior parte degli ucraini come disonorevole. «È in atto un genocidio, una pulizia etnica volta a far scomparire dalla faccia della Terra la nostra gente» mi racconta Halena, insegnante ucraina oggi rientrata nel proprio Paese dopo esser scampata alla furia omicida rascista. «Le donne vengono stuprate sino a esser rese sterili e gli uomini – persino i bambini – vengono castrati per impedire a noi ucraini di riprodurci. I russi sono ossessionati dalla nostra presenza e dalle nostre vite. Vogliono cancellare ogni nostra traccia, inclusa la lingua parlata». La storia letteraria classica ucraina annovera autori riconosciuti in tutto il mondo tra cui Taras Shevchenko, Ivan Franko, Lesya Ukrainka, Mykhailo Kotsiubynskyi, Vasyl Stefanyk. «Gli occupanti russi hanno cercato di annullare la nostra storia, le opere dei nostri poeti e le nostre stesse esistenze bruciando i libri proprio come fecero i nazisti nella Seconda guerra mondiale e diffondendone altri in cui una narrazione distorta e rovesciata veniva proposta ai nostri bambini» prosegue Halena. «Ho cercato riparo dalle bombe e ho visto uccidere i miei familiari. Sono stata qualche giorno ospite dell’Italia, che ringrazierò per sempre, ma sono tornata nel mio Paese non appena ho potuto, perché il mio compito è combattere usando la penna. Possono bruciare i libri ma non le nostre memorie, le nostre vite». Contestualmente alla festività, si officia il 23° concorso internazionale in lingua ucraina intitolato a Petro Yastyk (filantropo canadese d’origini ucraine, nato nell’oblast’ di Lviv) e rivolto a tutti gli studenti, suddivisi in categorie che comprendono gli istituti scolastici dell’infanzia, le scuole secondarie e quelle superiori. Inoltre, cosicché gli ucraini possano vivere l’evento anche dall’estero, verrà proposto in giornata un dettato in lingua ucraina tramite radio, televisioni e YouTube. Iryna Tsylyk, scrittrice e regista ucraina membro della Pen (organizzazione culturale non governativa), è l’autrice del testo proposto e questo sarà letto dall’artista ed Eroe dell’Ucraina Ada Rogovtseva. «Quando a Mosca c’erano foreste e animali liberi, da noi sorgevano chiese e università. Oggi Putin parla al mondo delirando il contrario. Non siamo mai stati la costola di nessuno. Semmai sono loro a esser nati molto dopo la Rus’ di Kyiv» conclude Halena, aggiungendo che «l’ucraino è la lingua della vittoria». Di Giorgio Provinciali *La fotografia ritrae il momento della consegna al nostro giornale del vessillo giallazzurro con le dediche della comunità ucraina di Milano e le firme autografe di molti dei personaggi descritti da Giorgio Provinciali nelle sue corrispondenze da Kyiv e altre località ucraine. Il nostro collaboratore ha interamente devoluto i proventi dei suoi articoli all’acquisto di materiale umanitario e supporti vitali per la popolazione ucraina.

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