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Dal nonno Trump, proprietario di un bordello, al nipote presidente Usa

Dal nonno Frederich Trump, emigrato nel continente americano e proprietario di un bordello per ricercatori d’oro, al nipote The Donald oggi presidente Usa

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Dal nonno Trump, proprietario di un bordello, al nipote presidente Usa

Dal nonno Frederich Trump, emigrato nel continente americano e proprietario di un bordello per ricercatori d’oro, al nipote The Donald oggi presidente Usa

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Dal nonno Trump, proprietario di un bordello, al nipote presidente Usa

Dal nonno Frederich Trump, emigrato nel continente americano e proprietario di un bordello per ricercatori d’oro, al nipote The Donald oggi presidente Usa

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Dal nonno Frederich Trump, emigrato nel continente americano e proprietario di un bordello per ricercatori d’oro, al nipote The Donald oggi presidente Usa

Dal nonno Frederich Trump, migrante nel continente americano e proprietario di un bordello, al nipote The Donald, oggi presidente Usa.

Trump come i Pokemon, anche lui lancia le sue Gold Card. La differenza è che quelle della Nintendo erano in un gioco a carte. Ispirato al franchise del popolare videogame e hanno avuto problemi con le legislazioni sul gioco d’azzardo. Quelle del presidente-tycoon sono invece ‘carte d’oro’, al prezzo di 5 milioni di dollari ciascuna. Grazie alle quali vivere e lavorare negli Usa.

Una volta il sogno dell’America era quello del povero che arrivava con niente e diventava milionario con le proprie forze nella terra delle opportunità. Anche il nonno di Trump fece così, dopo essere venuto dalla Germania. Per non fare il servizio militare e gestendo un bordello per cercatori d’oro, va detto. Ciò spiega, forse, la convinzione profonda di Trump per cui la media dei migranti stia allo stesso infimo livello di moralità del suo avo. Ma anche il motivo per cui ha fatto della loro espulsione in massa il più presto possibile uno dei punti chiave della sua agenda. La gran parte degli analisti conviene che mandare via gli 11-14 milioni di clandestini che risiedono nel Paese sarebbe esiziale per l’economia. Se prima ancora non fosse semplicemente e tecnicamente impossibile.

Nell’idea di Trump, la Gold Card sostituirebbe l’attuale programma di visti EB-5. Gli investitori, con coniugi e figli non sposati sotto i 21 anni, possono presentare domanda di residenza permanente legale con diritto alla Green Card. Per farlo basterà un’investimento in un’impresa commerciale Usa. E pianifichino di creare o preservare almeno dieci posti di lavoro permanenti a tempo pieno per lavoratori statunitensi qualificati. Complicazioni che diventerebbero inutili: si paga e si fa quello che si vuole.

Il segretario al Commercio Howard Lutnick ha spiegato che l’EB-5 aveva dato occasione a frodi e che ora il governo sarà più selettivo. Il fatto che l’abbia definita «Trump Gold Card» fa temere che la selezione potrebbe anche essere politica. «Faremo in modo che siano cittadini globali meravigliosi e di livello mondiale» ha affermato Lutnick.

«Qualcosa di simile a una green card, ma con un livello di sofisticatezza più elevato» sostiene Trump. Il quale ha presentato questo nuovo «percorso verso la cittadinanza» per «individui di altissimo livello» ai giornalisti presenti nello Studio Ovale. Proprio dove stava firmando l’ultima serie di ordini esecutivi, tra cui uno relativo ai dazi sulle importazioni di rame. Alla domanda se un oligarca russo avrebbe potuto richiedere una carta oro, Trump è sembrato divertito: «Sì, probabile». E quando anche Lutnick si è messo a ridere, ha aggiunto «Non sono più ricchi come una volta». E si è messo a ridere a sua volta. Poi la chiosa: «Penso che possano permettersi 5 milioni di dollari».

«Potremo vendere forse un milione di queste carte, forse di più. Se sommiamo i numeri, sono piuttosto buoni» ha spiegato il presidente. Vendere Green Card sarebbe un asset in più a cui affidarsi (assieme ai dazi e ai tagli del Doge di Musk). La sua promessa è di tagliare il deficit pubblico senza aumentare le tasse, anzi riducendole.

Di Maurizio Stefanini

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