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Diario da Kyiv: il lungo viaggio nella notte di un Paese in guerra

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Diario da Kyiv: il lungo viaggio nella notte di un Paese in guerra. Tra storie, testimonianze ed imprevisti

Diario da Kyiv

Diario da Kyiv: il lungo viaggio nella notte di un Paese in guerra

Diario da Kyiv: il lungo viaggio nella notte di un Paese in guerra. Tra storie, testimonianze ed imprevisti

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Diario da Kyiv: il lungo viaggio nella notte di un Paese in guerra

Diario da Kyiv: il lungo viaggio nella notte di un Paese in guerra. Tra storie, testimonianze ed imprevisti

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Diario da Kyiv: il lungo viaggio nella notte di un Paese in guerra. Tra storie, testimonianze ed imprevisti.

I dolore della guerra inizia molto prima di arrivare al fronte. A volte non serve nemmeno partire, è sufficiente salire su un aereo per Suceava (principale punto di arrivo per ucraini e non che vogliono entrare nel Paese dalla Romania). La signora Elena ha gli occhi azzurri e lucidi. Ha lei il posto con finestrino sul nostro volo. Ci chiede di alzarci e, dopo essersi accomodata si rivolge a noi in un italiano perfetto «Dove andate, ragazzi?». Alla nostra risposta trattiene a stento le lacrime: «Anche io in Ucrai-na. Per un funerale». Tra un singhiozzo e l’altro ci racconta la storia di Dimitri, suo nipote. Arruolato nell’eser-cito, era stato trasferito da poche settimane da Cernivici (dove viveva) al fronte: «Aveva 28 anni e diceva sempre a mia sorella “Mamma, stai tranquilla, non è pericoloso come raccontano”. In fondo cosa dovrebbe dire un figlio soldato a una madre lontana?».

La sorella di Elena siede poche file davanti a noi. Ha lo sguardo glaciale, fisso nel vuoto. Elena ci spiega: «Io sono in Italia da tanti anni, mio marito è italiano. Lei è venuta dopo. Ieri mi squilla il telefono: era mio nipote, il piccolo, di 24 anni. Mi ha detto tutto, ma non sapeva come dirlo a sua mamma. Così sono andata a casa sua e…».

Adesso le lacrime non le trattiene più. «Era il compleanno dei miei figli, non era la telefonata che mi aspettavo» sussurra. Famiglie spezzate, vite sparite nel nulla, distanze già grandi diventate incolmabili in eterno. Anche questo è la guerra

di Umberto Cascone e Claudia Burgio

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