Skip to main content
Scarica e leggi gratis su app

Draghi, Macron e Scholz portano l’Europa a Kiev

|
La visita di Draghi, Macron e Scholz a Kiev è un segnale importante per l’Unione e per l’Italia che, per la prima volta, viene inserita in quello che è stato l’asse naturale di guida: Parigi-Berlino.
Draghi Macron Scholz

Draghi, Macron e Scholz portano l’Europa a Kiev

La visita di Draghi, Macron e Scholz a Kiev è un segnale importante per l’Unione e per l’Italia che, per la prima volta, viene inserita in quello che è stato l’asse naturale di guida: Parigi-Berlino.
|

Draghi, Macron e Scholz portano l’Europa a Kiev

La visita di Draghi, Macron e Scholz a Kiev è un segnale importante per l’Unione e per l’Italia che, per la prima volta, viene inserita in quello che è stato l’asse naturale di guida: Parigi-Berlino.
|
La visita congiunta a Kiev di Mario Draghi, Emmanuel Macron e Olaf Scholz è di per sé un successo dell’Unione europea. L’arrivo oggi in Ucraina dei capi di Stato e di governo dei tre principali Paesi dell’Ue, fra misure di sicurezza e complessità organizzative difficili anche solo da immaginare in un contesto di guerra, è l’ennesimo messaggio di unità e presenza che i 27 mandano alla Russia. Da non sottovalutare, dopo tre mesi di prove politiche molto dure per l’Ue, seguite alla follia scatenata da Vladimir Putin lo scorso 24 febbraio. Nessuno si illude che la giornata dei tre leader e la serie di incontri con il presidente Volodymyr Zelensky e altri membri del governo di Kiev possa portare a soluzioni improvvise o tantomeno miracolistiche. Eppure, oltre l’importanza in sé degli incontri in vista delle decisioni che l’Unione dovrà prendere nel Consiglio europeo della prossima settimana in appoggio all’Ucraina, mai come in questa occasione l’immagine e la forma fanno sostanza. Germania, Francia e Italia plasticamente schierate in una complicatissima missione in treno mandano un messaggio tutt’altro che scontato. Ora che non c’è più la Gran Bretagna, avere uno a fianco all’altro i tre leader dei principali Paesi dell’Unione è un valore per l’intera Ue, mentre per la prima volta l’Italia viene inserita in quello che è stato l’asse naturale di guida anche in questa crisi sin dall’inizio, fra Parigi e Berlino. Per la nostra diplomazia è un successo indiscutibile, ma non si può non pensare – per l’ennesima volta – a quanto la posizione di Roma sia legata al carisma e alla credibilità personali di Mario Draghi. Saremo pure banali e scontati, ma provate a immaginare quante possibilità avrebbe avuto di salire su quel treno l’Italia populista che per anni ha flirtato con Mosca. Non che altri – Berlino in particolare – siano stati da meno, ma pensare di poter continuare in qualche modo dopo l’invasione dell’Ucraina significa non ricordare il proprio ruolo e la propria storia. di Fulvio Giuliani

La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!

Leggi anche

Romania, George Simion vince il primo turno delle presidenziali

04 Maggio 2025
Pubblicati gli exit poll in Romania. George Simion vince il primo turno con il 33% delle prefere…

George Simion, il favorito alle elezioni romene che tende la mano a Putin – IL VIDEO

04 Maggio 2025
Per il primo turno delle presidenziali romene, i sondaggi danno favorito il leader dell’Alleanza…

La Romania ci riprova: urne aperte per le presidenziali annullate a novembre

04 Maggio 2025
Oggi, in Romania, si torna a votare per il primo turno delle elezioni presidenziali, annullate l…

La trappola populista

04 Maggio 2025
Quanto sta accadendo in Germania, dopo la definizione di AfD come “partito di estrema destra”, è…

Iscriviti alla newsletter de
La Ragione

Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.

    LEGGI GRATIS La Ragione

    GUARDA i nostri video

    ASCOLTA i nostri podcast

    REGISTRATI / ACCEDI