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Ecco le prove del “Signal Gate”: pubblicate le chat integrali

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“The Atlantic” ha diffuso la chat su Signal tra i vertici Usa in cui è stato coordinato un raid contro gli Houthi. E in cui è finito, per errore, il direttore della rivista, Jeffrey Goldberg

Ecco le prove del “Signal Gate”: pubblicate le chat integrali

“The Atlantic” ha diffuso la chat su Signal tra i vertici Usa in cui è stato coordinato un raid contro gli Houthi. E in cui è finito, per errore, il direttore della rivista, Jeffrey Goldberg

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Ecco le prove del “Signal Gate”: pubblicate le chat integrali

“The Atlantic” ha diffuso la chat su Signal tra i vertici Usa in cui è stato coordinato un raid contro gli Houthi. E in cui è finito, per errore, il direttore della rivista, Jeffrey Goldberg

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Alla fine “The Atlantic” ha scelto di pubblicare tutto. La rivista ha atteso due giorni prima di condividere il contributo integrale della chat su Signal in cui il segretario alla difesa Usa Pete Hegseth, il consigliere per la sicurezza nazionale Mike Waltz e il vicepresidente J.D. Vance avrebbero coordinato un raid contro gli Houthi in Yemen. Poi, di fronte alle dichiarazioni della Casa Bianca, secondo cui nei messaggi non erano contenute informazioni riservate o potenzialmente lesive della sicurezza nazionale, e di fronte al non veto alla pubblicazione da parte di Cia, Nsa e altre agenzie, le chat sono state sbattute in prima pagina. Senza censure. In tutta la loro gravità.

Perché a leggerle adesso risulta realmente impossibile considerare quei messaggi “innocui”. Hegseth usa una chat non protetta per fornire il piano completo, con tanto di orari e movimenti dei velivoli americani, ai suoi colleghi. Signal è una normale app di messaggistica, leggermente più sicura di WhatsApp o Telegram. E non lo fa, come sostenuto fin qui, a raid avviato. Il messaggio di planning risale a circa 30 minuti prima del decollo dei primi caccia. Chiunque avesse intercettato la chat avrebbe potuto avvertire gli Houthi perché si preparassero.

Anche il consigliere Waltz non bada a formalità. Con lo stesso entusiasmo di chi commenta in diretta una partita di calcio con gli amici, fornisce il bilancio dell’operazione in tempo reale. Quasi come se non fosse impegnato nel monitoraggio del raid nei luoghi preposti. Si sbaglia nello scrivere, inanella parole con poco senso compiuto. Al punto che Vance stesso deve chiedergli di chiarire. E anche qui, di grazia: davvero il vicepresidente deve essere messo a conoscenza dei dettagli di un’operazione in corso da una chat informale? Lo stesso Vance, a inizio operazione, ci regala un tocco da boomer, pregando per la vittoria. In che mani è finito il mondo lasciamo giudicarlo a voi.

Di Umberto Cascone

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