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Europa al bivio: diventerà anti-ameriKana?

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Europa al bivio: cosa farà di fronte al “cow boy” del ventunesimo secolo? Lo capirà anch’essa e ci dialogherà, o diventerà anti-Amerikana?

Europa al bivio: diventerà anti-ameriKana?

Europa al bivio: cosa farà di fronte al “cow boy” del ventunesimo secolo? Lo capirà anch’essa e ci dialogherà, o diventerà anti-Amerikana?

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Europa al bivio: diventerà anti-ameriKana?

Europa al bivio: cosa farà di fronte al “cow boy” del ventunesimo secolo? Lo capirà anch’essa e ci dialogherà, o diventerà anti-Amerikana?

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Norfolk – Il discorso dei primi 100 giorni di Donald Trump lo ha confermato: Oltreoceano è avvenuta una rivoluzione epocale. L’Europa e il resto del mondo stentano a riprendersi dalla doccia fredda, ma cosa ne pensano gli americani? L’indice di gradimento di Donald Trump è il più basso mai ottenuto da un Presidente a poco più di tre mesi dall’insediamento: 42%. Ma il capo della Casa Bianca continua ad essere sostenuto, non solo dalla folla dei suoi comizi. I suoi elettori, che notoriamente rifuggono dai sondaggi, apprezzano i toni accesi proprio perché da “guerriero”.

Trump insiste sui suoi cavalli di battaglia: lotta all’immigrazione illegale, meno tasse e nuova Golden age per gli Usa. Temi cari in uno degli stati chiave più colpiti dalla crisi produttiva americana. Ma ci si chiede se la luna di miele con l’elettorato sia già finita dopo 100 giorni. Al momento la sensazione è che così non sia. È sufficiente girare nel cuore dell’America, lontano da Wall Street o dai grattacieli newyorkesi, così come dalle passerelle californiane (e hollywoodiane). Donald Trump continua a ispirare fiducia nel ceto medio che non sempre coincide con gli estremisti. Si tratta di americani che vivono del proprio stipendio e attività ma che, soprattutto, desiderando discontinuità rispetto alle politiche dei Dem.

È piccola e media borghesia, fatta di impiegati e insegnanti (non solo allevatori o operai), ma anche di manager più abbienti. In comune c’era (e per ora rimane) l’idea di un ritorno alle origini rispetto ai cambiamenti sociali avvenuti in pochi anni e forse non ancora metabolizzati. In primis le aperture gender e la cancel culture, insieme a un ecologismo più spinto. Oggi questi temi non solo non sono ritenuti prioritari (sicuramente il costo della vita, quadruplicato, fagocita i risparmi di molti e spinge a un indebitamento familiare pericoloso), ma sono diventati motivo di rimpianto. Soprattutto per chi – specie over 50 – vive con difficoltà mutamenti così radicali e repentini.

Non va poi dimenticato che leggere la realtà americana con lenti europei può essere molto fuorviante. Gli Usa vivono ancora oggi in larga parte il mito dei pionieri, dei cowboy del far west o dei cercatori d’oro. Nonostante le innovazioni tecnologiche siano ben presenti anche negli angoli più sperduti del paese. Avventurarsi tra Arizona, Utah, Wyoming, ma anche New Mexico e Colorado (per non parlare di South Dakota, North Dakota, Montana o del profondo sud) significa percepire ancora quel senso di conquista della terra e di lotta per ciò che si è guadagnato. Un sentimento che difficilmente si può comprendere nel Vecchio Continente.

Non che manchino elettori trumpiani nel mondo della finanza newyorkese, ma anche tra molti imprenditori il tycoon è icona di un moderno “conquistatore”. Non più di territori, ma di valori che sembravano essere scomparsi: casa, famiglia e, per qualcuno, chiesa. Poco importa se lo stile è così “provocatorio”.

Perché nella sua narrazione l’America è in guerra e ogni arma è lecita, anche dazi, deportazioni di massa e gli arresti di dissidenti. Ben pochi sono suprematisti bianchi: il “bullo” Trump in fondo viene accettato forse anche perché ricorda il personaggio “cattivo” dei film, specie western. Quello border line che a volte vìola persino la legge, ma si batte per ciò in cui crede. E poi parla in modo diretto, la gente lo capisce, mentre non trova altrettanta chiarezza nell’alternativa democratica. Una domanda resta: cosa farà l’Europa di fronte al “cow boy” del ventunesimo secolo? Lo capirà anch’essa e ci dialogherà, o diventerà anti-Amerikana?

Di Eleonora Lorusso

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