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Evin, attacco reale ma video finto: la guerra delle immagini tra Iran e Israele

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In uno degli ultimi bombardamenti della Guerra dei dodici giorni tra Israele e Iran è stato bombardato il cancello principale della cittadella-prigione di Evin. Ma il video che ha fatto il giro del web pare esser frutto dell’AI – IL VIDEO

Evin

Evin, attacco reale ma video finto: la guerra delle immagini tra Iran e Israele

In uno degli ultimi bombardamenti della Guerra dei dodici giorni tra Israele e Iran è stato bombardato il cancello principale della cittadella-prigione di Evin. Ma il video che ha fatto il giro del web pare esser frutto dell’AI – IL VIDEO

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Evin, attacco reale ma video finto: la guerra delle immagini tra Iran e Israele

In uno degli ultimi bombardamenti della Guerra dei dodici giorni tra Israele e Iran è stato bombardato il cancello principale della cittadella-prigione di Evin. Ma il video che ha fatto il giro del web pare esser frutto dell’AI – IL VIDEO

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In uno degli ultimi bombardamenti della Guerra dei dodici giorni tra Israele e Iran è stato bombardato il cancello principale della cittadella-prigione di Evin, dove il regime degli ayatollah incarcera tutti i dissidenti. Un atto di Gerusalemme studiato per suscitare un regime change, permettendo la fuga di prigionieri politici che il regime teme così tanto da far marcire in galera. Il video del missile che colpisce precisamente l’entrata della struttura ha fatto il giro del mondo, ripreso da moltissimi su Internet e da moltissimi media televisivi per il suo particolare valore documentale. Tuttavia sembra che purtroppo siamo stati tutti ingannati da un video generato con l’intelligenza artificiale.

Secondo il giornalista francese Alexandre Capron, fact checker del canale Télévision française 1 (la Rai 1 di Parigi), il filmato infatti presenta diverse incongruenze di ordine grafico e contenutistico. Un timore condiviso per primo dal fact checker israeliano Tal Hagin – ricercatore per l’organizzazione telavivita Fakereporter – che aveva già trovato un’immagine identica all’inquadratura del video in un archivio su Internet. Il sospetto è che tale foto sia stata fornita a una IA generativa come base per la creazione del filmato, ma non è l’unico indizio di contraffazione.

Nel fumo i detriti tendono ad apparire e scomparire innaturalmente, proprio come nei classici artefatti dei prodotti visuali delle intelligenze artificiali. Tali strumenti, sebbene assai avanzati e sempre più perfezionati, non hanno infatti una vera intelligenza (nonostante il nome) quindi non lavorano sulla base di concetti come l’immanenza della materia del tempo.

Così capita spesso che gli elementi ‘spariscano’ tra un fotogramma e un altro. Inoltre la vegetazione presente nel video, sebbene identica a quella della foto d’archivio, non è compatibile con quella dei video ripresi dopo l’attacco all’arrivo dei soccorritori.

Questo perché l’attacco è accaduto davvero ed è qui che notiamo in pieno la contraddizione del nostro tempo: una rete di canali telegram legati al regime iraniano ha quindi creato tramite una AI un video dell’attacco israeliano alla prigione di Evin soltanto per “farmare engagement”, cioè per offrire un video interessante ai propri seguaci, sperando che diventasse quindi virale (come è poi successo).

Un documento fasullo per un fatto accaduto davvero, distribuito in tutto il mondo come un filmato autentico.

Tanto che i dubbi di Capron e Hagin sono stati confermati da uno degli anonimi gestori di questi canali filo-ayatollah, che ha confermato la provenienza AI del video dell’attacco. Riordinando l’indagine, abbiamo quindi un anonimo creatore di contenuti al soldo del regime iraniano che ha confessato a un giornalista francese di aver creato un falso video per dare la notizia di un vero attacco israeliano alla prigione più famosa di Teheran. 

Una storia certo quasi senza conseguenze nella nostra vita quotidiana, ma che conferma come la realtà sia sempre più un’opinione manipolabile da individui distanti chilometri da noi. Col rischio che la prossima volta, nei prossimi anni, un video simile potrà provocare danni reali a qualcuno che conosciamo. O persino una guerra.  

di Camillo Bosco

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