Flotilla: “Siamo entrati nella zona ad alto rischio, ci troviamo a circa 130 miglia nautiche da Gaza. Gli israeliani disturbano le nostre comunicazioni”
La Global Sumud Flotilla è sempre più vicina a Gaza. “Rischio arresto? Non si tratterebbe di un arresto ma di un rapimento. Perché siamo in acque internazionali” afferma l’attivista Maso Notarianni, a bordo della nave Karma
Flotilla: “Siamo entrati nella zona ad alto rischio, ci troviamo a circa 130 miglia nautiche da Gaza. Gli israeliani disturbano le nostre comunicazioni”
La Global Sumud Flotilla è sempre più vicina a Gaza. “Rischio arresto? Non si tratterebbe di un arresto ma di un rapimento. Perché siamo in acque internazionali” afferma l’attivista Maso Notarianni, a bordo della nave Karma
Flotilla: “Siamo entrati nella zona ad alto rischio, ci troviamo a circa 130 miglia nautiche da Gaza. Gli israeliani disturbano le nostre comunicazioni”
La Global Sumud Flotilla è sempre più vicina a Gaza. “Rischio arresto? Non si tratterebbe di un arresto ma di un rapimento. Perché siamo in acque internazionali” afferma l’attivista Maso Notarianni, a bordo della nave Karma
“Siamo a circa 130 miglia nautiche da Gaza, poco meno. Non arriveremo a Gaza ovviamente, siamo convinti che ci fermeranno prima. Poi se succede il miracolo, arriveremo domani pomeriggio più o meno. Rischio arresto? Non si tratterebbe di un arresto, ma di un rapimento, perché siamo in acque internazionali”. A pronunciare queste parole è l’attivista Maso Notarianni – che si trova a bordo della Karma, imbarcazione Arci della Global Sumud Flotilla – in un collegamento con Rai News 24.
Notarianni, parlando delle ultime ore in viaggio, spiega: “Abbiamo avuto un ‘jamming’, ovvero ci hanno interrotto le comunicazioni per più di mezz’ora. Alcune imbarcazioni, prima dell’alba, hanno circondato la nave ‘madre’ della Flotilla – Alma – ma non hanno ancora fatto l’abbordaggio. Dopodiché hanno bloccato le comunicazioni anche ad altre imbarcazioni, ovviamente c’è grande tensione tra tutti. Siamo stati fermi per un’oretta quando sono accadute le intercettazioni, adesso siamo ripartiti”.
Secondo quanto riferito dagli attivisti della Global Sumud Flotilla – attraverso post pubblicati sui social – un’imbarcazione israeliana si sarebbe avvicinata alle barche Sirius e Alma con “manovre pericolose”. E avrebbe danneggiato con sistemi informatici gli apparati di comunicazione dei volontari.
“Una nave militare israeliana si è appena imbattuta nelle nostre imbarcazioni, intimidendoci, danneggiando i nostri sistemi di comunicazione ed effettuando manovre molto pericolose, aggirando le nostre imbarcazioni di testa ALMA e SIRIUS!” scrivono gli attivisti della Flotilla.
E ancora: “CONTINUIAMO AD ANDARE verso GAZA per rompere l’assedio e creare un corridoio umanitario!”
Ancor prima di questo episodio, gli attivisti della Flotilla – sempre online – hanno parlato di barche della Flotilla circondate da vascelli non identificati, presumibilmente israeliani.
“Restiamo vigili, mentre entriamo nell’area in cui le precedenti flottiglie furono intercettate e/o attaccate” – affermano dalla Flotilla – “Proseguiamo la navigazione, senza venir scoraggiati dalle minacce e dalle tattiche intimidatorie israeliane”.
di Filippo Messina
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