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Fronte Sud-Est di Zaporizhzhia – IL VIDEO

In queste immagini registrate dal fronte Sud-Est di Zaporizhzhia, i nostri corrispondenti Alla Perdei e Giorgio Provinciali documentano come l’Ucraina stia predisponendo ulteriori misure difensive per contenere l’avanzata russa

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In queste immagini registrate dal fronte Sud-Est di Zaporizhzhia, i nostri corrispondenti Alla Perdei e Giorgio Provinciali documentano come l’Ucraina stia predisponendo ulteriori misure difensive per contenere l’avanzata russa.

Diverse esplosioni si sono avvicendate scuotendo ieri il centro della sesta città più popolosa dell’Ucraina.

L’ennesimo attacco notturno della Federazione Russa, che ha trovato a Kyiv il suo epicentro peggiore provocando 6 morti e 35 feriti (fra cui due bambini di 7 e 9 anni e una donna incinta), ha visto qui a Zaporizhzhia il tentativo – infruttuoso – d’interrompere la logistica delle Forze armate del Tridente verso un fronte orientale che si distingue sempre meno da quello meridionale.

La contraerea ucraina ha neutralizzato praticamente tutti i droni nello spazio aereo di Zaporizhzhia evitando carneficine come quella di pochi giorni fa, quando altri Uav identici fecero strage di civili colpendo nell’ora di punta una delle fermate dell’autobus più frequentate, devastando l’autorimessa e gli uffici adiacenti.

Nelle ore della mattina che hanno preceduto la consegna di quest’articolo diverse squadre dei servizi d’emergenza locali hanno bonificato strade e parchi dai frammenti dei droni russi (cioè cinesi) abbattuti dalla contraerea ucraina, che non possono essere sempre inibiti con gli strumenti di guerra elettronica.

Molti di quei detriti sono finiti sul litorale sabbioso che costeggia il Dnipro, dove regna un clima surreale: il grido dei gabbiani e il canto della risacca vengono sovrastati a intervalli quasi regolari dal fragore dei cannoni che tuonano da e verso il declivio più profondo di quel fiume.

Su entrambe le sponde c’è chi pesca, ci sono soldati di ronda che scrutano febbrilmente l’orizzonte e bambini che giocano nelle voragini lasciate dai lapilli infuocati dei droni, che hanno reso la sabbia nera come il carbone.

Più a Sud si staglia la centrale nucleare che le truppe cecene e russe occupano illegalmente da tre anni a Enerhodar.

Ancor più giù c’è il motivo per cui il Dnipro ha perso impeto e portata: la diga di Nova Kakhovka fatta saltare da quegli stessi terroristi oltre due anni fa.

Dietro il nostro corrispondente Giorgio Provinciali una rete metallica a protezione di una infrastruttura e un’altra rete sottesa lungo tutto il corridoio stradale di sicurezza. Intorno, solo distruzione

Il capoluogo dell’oblast’ di Zaporizhzhia, che i russi avrebbero annesso con un referendum farsa pur senz’averci mai messo piede, attraversa ora una delle sue fasi più critiche.

Sebbene per le vie del centro non transiti neanche un mezzo militare, tutte le arterie stradali a Sud della città sono diventate corridoi della morte in cui i civili sfrecciano nelle loro auto sotto chilometri di reti anti drone.

Prima che quelle protezioni venissero installate, Alla Perdei e io (Giorgio Provinciali, ndr.) abbiamo documentato il macabro safari fatto dai russi che bersagliavano dalla riva opposta vetture e persone con colpi d’artiglieria, droni e armi di precisione di grosso calibro.

I vuoti neri lasciati sulla sabbia a nel litorale a margine del Dnipro, Zaporizhzhia

Una coppia è stata uccisa così a Bilenke, proprio dove Alla e io registrammo le prime immagini del letto paludoso del Dnipro. Un’altra famiglia è stata sterminata mentre fuggiva da Stepnohirsk, sull’altra sponda.

Altre vite sono state spezzate a Nikopol’ e Marhanets’, dove con un drone Fpv i russi avevano tentato di colpire anche noi.

Quanto drammatica sia la situazione nella vicina Malokaterynivka l’ho raccontato ieri da quelle stesse strade.

Il presidente Zelenskyj è stato a Zaporizhzhia fino a poche ore fa.

Dopo aver visitato i soldati a Rivnopillia – il punto più caldo di questo fronte – ha tenuto una riunione di sicurezza col Comando militare per stabilizzare la difficile situazione sorta in quell’area.

Ha disposto il trasferimento immediato di risorse aggiuntive, il rafforzamento delle misure ingegneristiche nella direzione di Stepnohirsk e l’evacuazione dei civili dalle aree designate come critiche.

Altri temi separati di quel briefing hanno riguardato proprio la protezione antiaerea delle strade, la logistica e le infrastrutture critiche di Zaporizhzhia, confluendo in un rapporto operativo con quelli di Pokrovsk.

Il presidente dell’Ucraina s’è poi spinto più a Sud, visitando ieri il punto di comando della 65ª Brigata meccanizzata Velykyj Luh, parte del 17º Corpo d’armata che da anni difende con successo il versante d’Orikhiv.

Valutate con superficialità e pressappochismo (spesso da chi non aveva la più pallida cognizione di causa), le operazioni di controffensiva condotte lì dalle ЗСУ nel 2023 hanno prodotto il punto più stabile dell’intero fronte.

Orikhiv resiste infatti tuttora, contenendo ogni tentativo russo di sfondamento.

È proprio lì che ho potuto registrare immagini dalle stesse identiche postazioni da cui filmai (e in cui vissi a lungo) quasi tre anni fa.

Rivedendo quelle riprese leggo ora il prezzo della titanica resistenza ucraina e dell’indifferenza di chi non l’ha sostenuta a dovere: tutti quei giovani ragazzi con cui Alla e io abbiamo vissuto i momenti indimenticabili che ripercorrono quegli scatti, oggi non ci sono più.

Gli unici sopravvissuti di questa foto sono gli autori di questo articolo

di Alla Perdei e Giorgio Provinciali

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