Trump: “C’è una reale chance di pace a Gaza. Hamas sta accettando cose molto importanti”
Il presidente statunitense Donald Trump dice che c’è una “reale possibilità” di raggiungere un accordo di pace a Gaza

Trump: “C’è una reale chance di pace a Gaza. Hamas sta accettando cose molto importanti”
Il presidente statunitense Donald Trump dice che c’è una “reale possibilità” di raggiungere un accordo di pace a Gaza
Trump: “C’è una reale chance di pace a Gaza. Hamas sta accettando cose molto importanti”
Il presidente statunitense Donald Trump dice che c’è una “reale possibilità” di raggiungere un accordo di pace a Gaza
Il presidente statunitense Donald Trump dice che c’è una “reale possibilità” di raggiungere un accordo di pace a Gaza. Così il presidente Usa, che intanto oggi ha anche inviato una lettera alle famiglie degli ostaggi in cui li ringrazia di averlo candidato al Nobel per la pace e di essere “deciso a riportare a casa tutti gli ostaggi e ad assicurare la totale distruzione di Hamas, affinché questi atti orribili non si ripetano mai più”. “Queste scene indicibili sono rimaste impresse nella nostra memoria e non le dimenticheremo mai”, aggiunge. “Sappiate che restiamo fermamente impegnati a porre fine sia a questo conflitto sia alle ondate di antisemitismo, sia in patria che all’estero”, si legge nella lettera.
Gaza, Al Jazeera: “Il primo round di colloqui tra Israele e Hamas si è concluso in una atmosfera positiva”
A Sharm el-Sheikh, in Egitto, si attendono nuovi colloqui dopo la presentazione del piano Trump “per la fine del conflitto a Gaza”, all’indomani del primo round di negoziati. I contatti continueranno anche oggi, riporta il giornale israeliano Haaretz, che rilancia notizie dell’egiziana Al-Qahera secondo cui dopo la conclusione del primo round di colloqui tra Hamas e i mediatori, Egitto e Qatar continuano a lavorare con entrambe le parti per la definizione di un meccanismo che consenta la liberazione degli ostaggi trattenuti nella Striscia di Gaza in cambio della scarcerazione di prigionieri palestinesi.
Il primo round di colloqui indiretti tra Israele e Hamas si è concluso in una “atmosfera positiva”, hanno riferito i media arabi. Non sono trapelati dettagli sui contatti che potrebbero andare avanti per giorni passati due anni dalla strage del 7 ottobre 2023 in Israele che ha fatto scattare le operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza finita nel 2007 in mano a Hamas. Secondo la tv satellitare al-Jazeera, ieri è stata definita una roadmap per il proseguimento dei colloqui.
Si sono conclusi a Sharm el-Sheikh i primi colloqui tra i mediatori e Hamas. Lo riportano fonti di Al Jazeera, secondo cui “l’incontro dei mediatori con la delegazione di Hamas è stato positivo” e “ha delineato la tabella di marcia e i meccanismi per l’attuale ciclo di colloqui”.
La delegazione di Hamas, che comprendeva due dei membri dell’organizzazione terroristica sopravvissuti al tentato assassinio di Doha, ovvero Khalil Al-Hayya e Zaher Jabarin, secondo quanto riportano le stesse fonti, avrebbe spiegato ai mediatori che i continui bombardamenti su Gaza rappresentano una sfida per il rilascio dei prigionieri.
Il presidente degli Stati Uniti Donald Trump ha assicurato che Hamas sta accettando questioni “molto importanti” mentre sono in corso i colloqui indiretti con Israele per un accordo di pace a Gaza.
“Penso che stiamo procedendo molto bene e credo che Hamas abbia accettato questioni molto importanti”, ha detto Trump quando i giornalisti nello Studio Ovale gli hanno chiesto dei colloqui.
Vogliamo muoverci molto velocemente e il presidente vuole vedere gli ostaggi rilasciati al più presto possibile”. Lo ha detto la portavoce della Casa Bianca, Karoline Leavitt, affermando che l’amministrazione Trump “sta lavorando sodo perché le cose si muovano più velocemente possibile”.
“I team tecnici stanno discutendo mentre parliamo per assicurarsi che la situazione sia perfetta per il rilascio degli ostaggi”, ha detto ancora parlando con i giornalisti nel briefing quotidiano, spiegando che si stanno analizzando le liste degli ostaggi e dei prigionieri politici palestinesi da rilasciare. Ad una domanda sui quanto potranno durare questi colloqui tecnici, Leavitt ha risposto affermando di non voler segnare “una linea rossa”, ma ha ribadito la necessità di procedere “velocemente”.
In modo, da detto ancora, di costruire uno slancio per “far uscire gli ostaggi e poi passare alla prossima fase che è fare in modo che possiamo avere una pace duratura a Gaza e assicurare che Gaza non sia più un luogo che minaccia la sicurezza di Israele e degli Stati Uniti”.
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- Tag: esteri
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