Gaza, Israele avanza nella roccaforte di Hamas
I blindati M113 (i trasporti corazzati e cingolati per la fanteria più diffusi tra i Paesi Nato) avanzano tra le vie di Città di Gaza

Gaza, Israele avanza nella roccaforte di Hamas
I blindati M113 (i trasporti corazzati e cingolati per la fanteria più diffusi tra i Paesi Nato) avanzano tra le vie di Città di Gaza
Gaza, Israele avanza nella roccaforte di Hamas
I blindati M113 (i trasporti corazzati e cingolati per la fanteria più diffusi tra i Paesi Nato) avanzano tra le vie di Città di Gaza
I blindati M113 (i trasporti corazzati e cingolati per la fanteria più diffusi tra i Paesi Nato) avanzano tra le vie di Città di Gaza. Sono modelli vecchi, risalenti alla Guerra fredda e ceduti agli israeliani quando ancora non erano capaci di esprimere una propria linea di veicoli da guerra con le loro industrie. Adesso Tsahal, l’Armata di Difesa d’Israele, preferisce proteggere le sue truppe con i più moderni Namer. Gli M113, come quelli che si inoltrano nella de facto capitale della Striscia di Gaza, servono dunque ad altro. Quando improvvisamente esplodono non è infatti opera di qualche miliziano di Hamas. Sono stati schierati proprio a questo scopo: vengono teleguidati da una distanza di sicurezza e imbottiti di esplosivo, in modo tale che possano aprire un passaggio sicuro nel territorio urbano.
L’esplosione sventra il cemento, seppellisce possibili botole dei tunnel sotterranei, ma annichilisce le trappole esplosive posizionate dai palestinesi nelle strozzature. Quando il rumore della deflagrazione ha smesso di far fischiare le orecchie e la nube di polvere si è posata, è il rombo dei carri armati israeliani Merkava a riempire l’aria. I cingoli sferragliano sulle rovine per acquisire il controllo dell’area appena bonificata, seppur sommariamente, dagli M113 kamikaze. Dopo i Merkava è il turno della fanteria, incaricata di ispezionare gli edifici rimasti in piedi per confermare l’assenza di combattenti nemici. Un’operazione che i soldati di Tsahal compiono anche con l’ausilio di droni volanti e cani addestrati, controllando stanza per stanza e piano per piano. Alla fine la zona è dichiarata provvisoriamente sicura. E tutto ricomincia per il prossimo mucchio di metri, in un’altra area devastata di Città di Gaza.
Questa è la tetra quotidianità delle Forze armate di Gerusalemme
Questa è la tetra quotidianità delle Forze armate di Gerusalemme, inviate dal governo di Benjamin Netanyahu – contro il parere dei suoi stessi generali – a tentare di annientare militarmente Hamas e liberare gli ostaggi in punta di fucile. Agli uomini delle divisioni 98esima (“Ha-Esh”, Fuoco, paracadutisti), 162esima (“Ha-Plada”, Acciaio, corazzata) e 36esima (“Ga’ash”, Rabbia, corazzata) non resta che obbedire agli ordini. Alcuni volenti, magari aderenti all’idea colonialista del ripristino dell’occupazione israeliana della Striscia. Alcuni in buona fede, davvero convinti che sia il modo migliore per risolvere questa guerra e quelle future. Altri nolenti, ma magari indotti a rimanere nei ranghi da un senso di lealtà nazionale. A Nord delle loro posizioni, la 99esima Divisione della riserva “Ha’Bazak” (Lampo) copre le spalle dell’offensiva.
“Carri di Gedeone B”, la nova offensiva su Città di Gaza
Così Fuoco, Acciaio e Rabbia sono stati mandati a fare il lavoro che la diplomazia israeliana non è più disposta a compiere, come ha dimostrato il tentato assassinio da parte di Gerusalemme della delegazione di negoziatori palestinesi in Qatar. Per evitare di sottolineare il fallimento della prima fase dell’operazione “Carri di Gedeone”, questa nuova offensiva su Città di Gaza è stata chiamata “Carri di Gedeone B”: neanche una seconda fase, ma una sua naturale prosecuzione alfabetica. Più di 800 attacchi aerei sulla città per prepararla, con la distruzione di altrettanti palazzi. A partire dai più alti, utilizzabili da cecchini e vedette. Dove però non è arrivata l’aviazione, giungeranno i bulldozer di Tsahal a spianare il resto. Come è stata già livellata buona parte di Rafah, è facile prevedere che anche ampie parti di Città di Gaza diverranno parcheggi delimitati da file di macerie.
Queste però sono le lettere dell’alfabeto successive a B, cioè quelle che vedremo nelle prossime settimane o mesi. Con il rischio che, arrivati alla Z, non saranno rimasti più molti palestinesi nella Striscia.
di Camillo Bosco
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