Gestacci e balle Maga
L’inguardabile saluto nazista di Steve Bannon e la fuga a gambe levate del delfino della Le Pen, Bardella

Gestacci e balle Maga
L’inguardabile saluto nazista di Steve Bannon e la fuga a gambe levate del delfino della Le Pen, Bardella
Gestacci e balle Maga
L’inguardabile saluto nazista di Steve Bannon e la fuga a gambe levate del delfino della Le Pen, Bardella
La riunione dei “conservatori” in programma sino a domani a Washington è finita in vacca, con l’inguardabile saluto nazista di Steve Bannon e la fuga a gambe levate del delfino della Le Pen, Bardella. Fra nostalgie naziste e facezie varie, una rosa di nemici da dileggiare, secondo l’elegante costume dei nostri tempi.
Fra i conservatori Maga (immaginate i grandi conservatori statunitensi ed europei che hanno fatto la storia del dopoguerra sentirsi affiancare a Bannon o Farage…), in cima a questa lista non può che esserci l’Unione europea e più in generale l’Europa.
Posizioni legittime, per carità, e non abbiamo bisogno che ce lo ricordi il vicepresidente degli Stati Uniti JD Vance. Peccato che il free speech valga solo per loro: Musk, dopo la valanga di contestazioni alle falsità di Trump sull’origine dell’aggressione all’Ucraina, ha annunciato di voler cambiare le regole che consentono la segnalazione in X di notizie false…
Torniamo a noi: oggi i tanti che gonfiano il petto contro tutto ciò che sia “Europa”, inneggiano al ritorno delle nazioni e dei “patriottismi” – compresi quelli lautamente pagati da Mosca – non rinuncerebbero mai alle incredibili conquiste di questo vituperato continente. Tanto per cominciare, il bene più prezioso, insostituibile, incommensurabile: la pace.
I mini Farage – impegnato a urlare a Washington che l’Ue presto morirà – lo hanno mai letto un libro di storia? Lo sanno che noi europei, fra le tante meraviglie, siamo anche stati i prolifici responsabili delle guerre più feroci, dei crimini più turpi, dell’odio più feroce, del colonialismo più spietato e devastante? Tutto questo un soffio di storia fa: dalla follia e la perdizione all’aver cancellato dalla nostra mente l’idea stessa di guerra e sopraffazione. Un miracolo.
Un miracolo assoluto di cui dovremmo andar fieri, che dovremmo alla sera raccontare ai nostri figli, se qualcuno avesse ancora voglia di mettersi a tavola senza lo smartphone.
Un risultato pazzesco, determinato dall’ombrello americano di cui sopra, ma frutto di una scelta consapevole di una generazione di leader che – guardati nel panorama odierno – appaiono dei giganti. Davanti ai quali dovremmo inchinarci.
Questa è l’Europa che i mini Farage o Musk ricoprono di insulti, disprezzo e contumelie. Una terra che è saputa diventare così straricca, opulenta, pasciuta e con la pancia piena da potersi baloccare anche con sentimenti di autodistruzione. Questi europei indecenti, deboli e infingardi sono riusciti a edificare una realtà socioeconomica in cui i ragazzi nascono liberi da confini e limiti. Istintivamente attratti da un mondo vastissimo, fatto di tante diverse storie e culture millenarie da sperimentare. Una fortuna meravigliosa.
Sostenere tutto questo garantisce insulti e pernacchie, mentre chi descrive quest’era di generazioni ultra ricche e ultra longeve come maledette e destinate all’estinzione raccoglie applausi e ovazioni.
Di Fulvio Giuliani
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