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Re Carlo

Giovani repubblicani aumentano nel Regno Unito

Qualcosa è cambiato nella Gran Bretagna post Brexit: l’apprezzamento nei confronti della monarchia è drasticamente calato
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Giovani repubblicani aumentano nel Regno Unito

Qualcosa è cambiato nella Gran Bretagna post Brexit: l’apprezzamento nei confronti della monarchia è drasticamente calato
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Giovani repubblicani aumentano nel Regno Unito

Qualcosa è cambiato nella Gran Bretagna post Brexit: l’apprezzamento nei confronti della monarchia è drasticamente calato
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Qualcosa è cambiato nella Gran Bretagna post Brexit: l’apprezzamento nei confronti della monarchia è drasticamente calato
Londra – A pochi giorni dall’incoronazione di re Carlo III non mancano le polemiche, prima fra tutte quella sull’introduzione de “l’omaggio del popolo”, ovvero la controversa richiesta ai sudditi (in inglese subjects, letteralmente “soggetti”) di giurare fedeltà al re formando un “coro di milioni di voci”: per alcuni, una procedura offensiva in uno Stato moderno. Republic, l’organizzazione antimonarchica, ha dichiarato: «In una democrazia è il capo dello Stato che dovrebbe giurare fedeltà al popolo». Uno dei suoi leader, Graham Smith, autore del libro “Aboliamo la monarchia”, ha twittato: «Moderno? Un re che chiede alle persone di giurare fedeltà a lui e alla sua famiglia è la cosa più feudale che ci sia…». In linea con Smith, l’economista politico Richard Murphy ha scritto: «Il problema non è il giuramento ma la fedeltà a un’eredità obsoleta del potere feudale eugenetico». Anche nei Paesi del Commonwealth, ai cui parlamentari è richiesto di giurare fedeltà al monarca britannico, crescono le opposizioni. In Canada, per esempio, solo il 10% degli intervistati ha mostrato interesse per l’incoronazione, mentre la provincia francofona del Quebec ha introdotto una legislazione contro il giuramento. La maggior parte dei canadesi dichiara di non voler cantare “God Save the King” e avere il ritratto di re Carlo sulle banconote. Se nel Commonwealth cresce il disagio, in Gran Bretagna la monarchia è ancora largamente apprezzata anche se i sondaggi indicano una flessione del supporto, soprattutto in Scozia dove solo il 25% degli intervistati ha mostrato interesse per l’evento. La trasformazione può soltanto in parte essere imputata all’impopolarità di re Carlo, il declino essendo già cominciato nel corso degli ultimi anni di regno della regina Elisabetta. Fino alla fine del XX secolo i sondaggi mostravano una media intorno al 70% di britannici favorevoli alla monarchia. All’inizio di questo secolo il sostegno all’istituzione si era addirittura rafforzato, in concomitanza con i giubilei di diamante e di platino della regina e le nozze del principe William con Kate Middleton. Tuttavia, qualcosa è cambiato nella Gran Bretagna post Brexit, con un crescente numero di neri, asiatici e giovani sotto i 35 anni favorevoli alla repubblica. Questo trend appare in linea con un cambiamento generazionale più ampio emerso dopo il referendum. Nel maggio 2022 un sondaggio evidenziava che solo il 31% dei giovani di età compresa tra 18 e 24 anni era a favore della monarchia, contro il 78% degli ultra sessantenni. Un nuovo sondaggio del 17 aprile 2023 ha visto i monarchici scendere al 58%, la percentuale più bassa di sempre: un dato simile a quello del voto referendario, quando soltanto il 27% degli under 24 aveva votato per lasciare l’Unione europea. In sostanza, la Gran Bretagna sembra divisa tra visioni opposte: da un lato una popolazione bianca anziana, tradizionale, monarchica e tendenzialmente isolazionista; dall’altro una popolazione giovane, multietnica, europeista e repubblicana. Si potrebbe dunque assistere nei prossimi anni a un ribaltamento delle percentuali, con le forze politiche costrette a fare i conti con un elettorato sempre più progressista. Di Alessandra Libutti

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