“Giù le mani!”. Il risveglio della società civile contro Trump
Le manifestazioni di protesta contro Trump organizzate ieri in 50 Stati segnano il grande ritorno in scena della società civile statunitense, al grido di “Giù le mani!”. Le folle sono state in taluni casi impressionanti.

“Giù le mani!”. Il risveglio della società civile contro Trump
Le manifestazioni di protesta contro Trump organizzate ieri in 50 Stati segnano il grande ritorno in scena della società civile statunitense, al grido di “Giù le mani!”. Le folle sono state in taluni casi impressionanti.
“Giù le mani!”. Il risveglio della società civile contro Trump
Le manifestazioni di protesta contro Trump organizzate ieri in 50 Stati segnano il grande ritorno in scena della società civile statunitense, al grido di “Giù le mani!”. Le folle sono state in taluni casi impressionanti.
No, non è ancora The Rising, per citare la meravigliosa canzone dedicata a New York e a tutto il Paese da Bruce Springsteen dopo l’11 settembre. Ma le manifestazioni di protesta contro Trump organizzate ieri in 50 Stati segnano il grande ritorno in scena della società civile statunitense.
Che no, non è morta e non è manco assuefatta a Trump e a Musk. Le folle sono state in taluni casi impressionanti. In foto vedete Manhattan a New York, ma erano in tantissimi anche a Boston, Denver, Philadelphia, Washington, Chicago e in altre città. Soprattutto coordinate, vaste, consapevoli.
Lo slogan unitario scelto è: “Hands Off”, “Giù le Mani”. Efficace, secco, immediato, come nella migliore tradizione della propaganda politica statunitense.
Donald Trump non si è scomposto ed è ostentatamente rimasto a giocare a golf. Ripetendo il mantra dell’assoluta tranquillità e della certezza granitica che tutto andrà per il meglio. Che l’età dell’oro americana è solo questione di un po’ di pazienza e di capacità di resistere alla tempesta dei mercati.
Al contempo la società civile ha battuto un colpo, vedremo quanto isolato e quanto facile da ignorare dalla Casa Bianca. I mal di pancia si moltiplicano anche nel fronte repubblicano. Alcuni esponenti della maggioranza parlamentare e dello stesso governo sono sempre più frustrati dalle scelte di Trump.
Dopo un lunghissimo e rumoroso silenzio, infine, giovedì sera è tornato a parlare Barack Obama. Ha scelto l’Hamilton College di New York. Lì ha alternato ironia amara (“Pensate se io avessi fatto solo una delle cose che ha fatto Trump…”) ed esortazione civile a combattere. In difesa dei valori democratici statunitensi. “Questo è uno di quei momenti in cui non è più sufficiente dire di essere a favore di qualcosa, ma è necessario fare qualcosa. E forse sacrificare qualcosa”.
Eppur si muove, disse qualcuno e lo abbiamo visto in 50 Stati.
Di Fulvio Giuliani
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