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Voci dei gazawi contro Hamas

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I filmati del funerale di Al Rabay apparsi sui social media mostrano dei partecipanti che scandiscono slogan assai critici nei confronti di Hamas

Voci dei gazawi contro Hamas

I filmati del funerale di Al Rabay apparsi sui social media mostrano dei partecipanti che scandiscono slogan assai critici nei confronti di Hamas

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Voci dei gazawi contro Hamas

I filmati del funerale di Al Rabay apparsi sui social media mostrano dei partecipanti che scandiscono slogan assai critici nei confronti di Hamas

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Dopo aver partecipato a una delle manifestazioni contro Hamas scoppiate verso fine marzo nel Nord di Gaza, il 22enne palestinese Oday Nasser Al Rabay sarebbe stato arrestato e torturato dai terroristi del movimento che governa la Striscia. Per poi morire a causa delle ferite riportate durante la prigionia. Come riporta l’agenzia di stampa americana Jns, sono stati i suoi familiari a raccontare tutto ai media, dopo essersi visti riconsegnare i resti del loro caro. I filmati del funerale di Al Rabay apparsi sui social media mostrano dei partecipanti che scandiscono slogan assai critici nei confronti di Hamas. Comprese le richieste per la destituzione del movimento dal governo su Gaza. Queste manifestazioni – alcune delle quali si sono verificate a Beit Lahia e nel quartiere Shejaiya di Gaza City – riflettono il crescente malcontento da parte della popolazione civile. A causa della continua guerra e del peggioramento delle condizioni umanitarie nella Striscia.

Le organizzazioni internazionali per i diritti umani hanno espresso una certa preoccupazione per la reazione di Hamas al dissenso interno. Riportando notizie di detenzioni arbitrarie, intimidazioni e utilizzo della tortura nei confronti degli oppositori politici. Il Middle East Media Research Institute (Memri) – think tank con sedi a Washington e a Gerusalemme – ha recentemente tradotto sul proprio sito filmati in lingua araba che riportano il dissenso della popolazione nel Nord di Gaza. Durante una protesta a Beit Lahia, i residenti hanno espresso la loro opposizione nei confronti del governo di Hamas, ritenuto responsabile della crisi umanitaria. Un manifestante ha dichiarato: «Le folle di Beit Lahia sono scese in piazza contro il dominio di Hamas.

Ciò che sta accadendo nella Striscia di Gaza è una catastrofe. I cittadini qui chiedono che Hamas rilasci i prigionieri israeliani in modo che possano rimanere in vita. Queste migliaia di persone sono scese in piazza per consegnare un messaggio al mondo: rifiutiamo il dominio di Hamas, siamo contrari a ciò che sta accadendo». Un altro manifestante, ripreso dalle videocamere, ha dichiarato: «Noi, gente di Beit Lahia, siamo uomini di pace. Chiediamo pace e sicurezza per questa città e diciamo no a chi la governa con la forza bruta. Saremo noi a decidere chi amministrerà questa città». Un altro dimostrante ha detto: «Il popolo non vuole Hamas. Il suo dominio è finito. Questo governo ci ha distrutto, ha ucciso e sfollato la gente. Pertanto tutti a Beit Lahia, vecchi e giovani, sono uniti per porre fine al governo di Hamas».

Secondo il sito “The New Arab”, sulle proteste è intervenuta anche l’Autorità nazionale palestinese che governa la Cisgiordania. In un comunicato ufficiale del 2 aprile scorso ha chiesto a Hamas di «dare la priorità agli interessi del popolo palestinese» anziché allinearsi ad agende straniere. Un chiaro riferimento al sostegno che l’organizzazione riceve da Paesi come l’Iran. A oggi la risposta di Hamas alle proteste è stata principalmente quella di dipingere i manifestanti come traditori e collaborazionisti manovrati dal nemico. E nonostante nei video si sentano chiaramente cori anti Hamas, i rappresentanti del movimento insistono nel negare i fatti: in un’intervista rilasciata a marzo all’emittente qatariota “Al-Araby”, l’alto ufficiale Basem Naim ha sostenuto che in realtà le proteste erano contro gli attacchi israeliani, non contro il regime.

di Nathan Greppi

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