I funerali di Navalny
I funerali di Navalny
I funerali di Navalny
Tuttavia, non è detto che tutto filerà liscio. La famiglia e i sostenitori di Navalny ritengono che un funerale in forma strettamente riservata, come preteso dal sindaco Sergey Sobyanin, non significhi che la gente presente in chiesa non possa accompagnare la bara al cimitero. Fra la chiesa dell’Icona Dio Madre nei pressi della fermata della metro Marinyno e il cimitero Borisovky c’è circa un chilometro e mezzo in cui si dovrebbe snodare, secondo gli organizzatori, un corteo silenzioso. La polizia non sembra però voler permettere neppure questo e sta approntando misure di sicurezza come la chiusura della fermata della metropolitana e la dislocazione di reparti antisommossa nella zona. Come ulteriore misura ‘cautelare’ è stato posto sotto detenzione l’avvocato di Navalny, Vasily Dubkov.
La stampa e le televisioni stanno facendo la loro parte: nessuno ha informato del prossimo funerale dell’oppositore. Ivan Zhdanov, uno dei collaboratori di Navalny ancora a piede libero, ritiene che potrebbe anche esserci un tentativo di impedire alla gente di onorare la memoria di Navalny non permettendo il funerale all’ultimo minuto. Allo stesso tempo, nelle ultime ore i troll filogovernativi e degli anonimi sostenitori di Putin si sono scatenati sui social mandando degli avvertimenti a chiunque volesse partecipare alle esequie. «Fra coloro che intendono partecipare pochi pensano alle possibili conseguenze» si legge in uno di questi messaggi. «E non si tratta solo di pene detentive, ma di qualcosa di molto più grave. Soprattutto per i maschi. Ci pensino prima di manifestare: la tecnologia è già stata messa a punto e ora è possibile mandarvi direttamente in guerra. Dopo la conquista di Avdeevka, la Russia sta pianificando le nuove offensive e c’è urgente bisogno di nuovi soldati». La minaccia è già stata messa in atto a San Pietroburgo dopo le manifestazioni del 24 febbraio: sei partecipanti hanno visto il loro fermo in Questura trasformarsi in arruolamento forzato.
La data del funerale era inizialmente prevista per il 29 febbraio ma avrebbe rischiato di ridurre l’attenzione dei media stranieri per il discorso di Putin all’Assemblea Federale, il quale ovviamente non ha dedicato neppure una parola alla morte di Navalny. Il presidente russo non ha mancato invece di ripetere le solite minacce all’Occidente e di enumerare i suoi presunti successi di questi ultimi anni, annunciandone di nuovi. Come il raggiungimento dell’aspettativa di vita per i russi a 78 anni (ma nel 2018 aveva promesso che sarebbe stata di 80 anni entro quest’anno…). Grandi applausi in sala. Tutti in piedi e inno nazionale.
L’articolo di Yurii Colombo scritto da MoscaLa Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
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Tag: russia
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