I veri colpevoli
La morte brutale del piccolo Kfir che alimenta un insensato ripudio verso Israele, colpevole di “essersela cercata” e non verso il vero mostro: Hamas
| Esteri
I veri colpevoli
La morte brutale del piccolo Kfir che alimenta un insensato ripudio verso Israele, colpevole di “essersela cercata” e non verso il vero mostro: Hamas
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I veri colpevoli
La morte brutale del piccolo Kfir che alimenta un insensato ripudio verso Israele, colpevole di “essersela cercata” e non verso il vero mostro: Hamas
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La morte brutale del piccolo Kfir che alimenta un insensato ripudio verso Israele, colpevole di “essersela cercata” e non verso il vero mostro: Hamas
Anche solo dover pensare di scrivere del rapimento e della morte di un bambino di 10 mesi contorce l’anima. Umanissima la sensazione di non voler guardare, ascoltare, leggere. Perché non sai letteralmente da che parte girarti, dove ritrovare un briciolo di umanità, di senso in questa storia e tante altre che ci perseguitano dal 7 ottobre.
Sì, perché anche se dovremmo essere rotti a ogni esperienza e a ogni propaganda, leggere dell’”annuncio” da parte dei terroristi tagliagola di Hamas della morte del piccolo Kfir – con quasi tutta la sua famiglia – come se a Gaza ci fossero andati di loro spontanea volontà, per consegnarsi ostaggi nelle mani dei peggiori fra i peggiori è veramente troppo.
Presentare questa tragedia insostenibile, come il frutto della disumanità di Israele e dei suoi attacchi militari indiscriminati sulla Striscia di Gaza ha un che di vomitevole. Questa gentaglia ha invaso il 7 ottobre 2023 le aree più vicine alla Striscia con il limpido obiettivo di fare quanti più morti possibile e catturare quante più persone fossero in grado di trascinare dall’altra parte del filo spinato. Hanno scelto con cura particolare i più deboli e indifesi, per farne strumenti di propaganda di morte.
Hanno preso gli ottantacinquenni e i bambini di 10 mesi, mentre ne trucidavano molti di più. A caso. Alcuni li hanno “risparmiati”, rapiti con l’esplicito obiettivo di farne carne da macello dell’auspicata e durissima reazione israeliana. Volevano esattamente questo, fin dal primo momento. Erano pronti da molto prima del 7 ottobre a scrivere questi comunicati ributtanti e se erano pronti a scriverli è perché sanno perfettamente che dalla nostra parte di mondo ci saranno sempre orecchie ‘gentili’ e bendisposte nei loro confronti. Va detto, senza pudore. Quelli che se un bambino di 10 mesi rapito – rapito a 10 mesi con mamma, papà e fratellino! – muore nella guerra scatenata, voluta, desiderata con tutte le forze da questi soggetti, la colpa è sempre dell’aggredito. Che dal loro punto di vista dovrebbe starsene fermo, aspettando di farsi ammazzare.
Sia chiaro, prima che qualcuno abbia un travaso di bile, altra cosa è dare “disco verde” a Israele per una reazione indiscriminata e senza fine. Una follia strategica che abbiamo sottolineato più volte e che costituirebbe la più grande vittoria della stessa Hamas, interessata solo a quanti più morti possibile da una parte e dall’altra per poter perseguire l’obiettivo dell’odio perenne e della distruzione dello Stato di Israele. Quest’ultimo concetto è stato ribadito solo pochi giorni fa dallo stesso presidente degli Stati Uniti Joe Biden e lo facciamo nostro ormai da un mese e mezzo.
Da qui, però, a dimenticarci perché Kfir e la sua famiglia fossero finiti a Gaza, vittime di un obbrobrioso disegno criminale, deve continuare a passarci una galassia. Altrimenti falliamo come esseri umani, molto prima che come giornalisti e interpreti della realtà.
di Fulvio Giuliani
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