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Il Canada inizia la guerra dei cartelloni pubblicitari negli Usa

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Il Canada ha deciso di rispondere in modo creativo alla guerra tariffaria lanciata dagli Usa. Degli enormi cartelloni pubblicitari appariranno infatti lungo le autostrade di ben dodici Stati americani considerati roccaforti pro Trump

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Il Canada ha deciso di rispondere in modo creativo e diretto alla guerra tariffaria lanciata dagli Usa e alle minacce geopolitiche di voler annettere Ottawa. Degli enormi cartelloni pubblicitari appariranno infatti lungo le autostrade di ben dodici Stati americani considerati roccaforti pro Trump. Tra questi Florida, Nevada, Georgia, New Hampshire, Michigan e Ohio. L’iniziativa – annunciata dal ministro canadese degli Esteri Mélanie Joly – mira a sensibilizzare l’opinione pubblica americana e sulle problematiche diplomatiche innescate dai continui attacchi alla sovranità politica del Canada.

Ottawa sta rispondendo alle minacce Usa con la diversificazione commerciale, la creatività e la ‘pubblicità’. Peraltro il governo ha già imposto misure di ritorsione, applicando tariffe equivalenti sui prodotti statunitensi a base di acciaio e alluminio. La strategia di comunicazione basata sui cartelloni pubblicitari si inserisce quindi in un più ampio piano politico ed economico. Volto a contrastare le intenzioni protezionistiche di Trump e a sollecitare un’opposizione interna negli Usa. Invitando così cittadini ed elettori a scrivere e interrogare i propri rappresentanti sulle attuali scelte commerciali e politiche del loro presidente.

Il deterioramento delle relazioni tra i due Paesi potrebbe avere ripercussioni significative per entrambe le economie. Il Canada è uno dei principali partner commerciali degli Usa. Le tensioni sui dazi potrebbero mettere a rischio miliardi di dollari di scambi tra le due nazioni. La ‘guerra dei cartelloni’ vuole quindi lanciare un segnale chiaro. Il Canada non intende rimanere passivo di fronte alle pressioni di Trump. E cercherà ogni mezzo, anche mediatico, per difendere i propri interessi e sensibilizzare l’opinione pubblica americana sulle conseguenze delle scelte del suo presidente. «La gente è delusa, infuriata. Immaginate lo stesso caso nei confronti di un altro Paese che dichiara e afferma di non riconoscere i confini degli Stati Uniti d’America. Come reagirebbero gli americani? Direbbero semplicemente che tale minaccia è inaccettabile» ha ribadito il ministro degli Esteri di Ottawa.

Il primo ministro canadese, Mark Carney, ha lanciato un messaggio chiaro e inequivocabile agli Usa già nel corso del suo discorso di insediamento. «Non faremo mai e in nessun modo, forma o aspetto parte degli Usa. L’America non è il Canada». Queste affermazioni evidenziano l’inizio di un’era di maggiore indipendenza economica e politica per il Paese. Di fronte alle nuove tariffe imposte dagli Usa e al deterioramento delle relazioni commerciali, Carney sta spingendo per una strategia di diversificazione. Che rafforzi i legami del Canada con l’Europa e con la Gran Bretagna. L’obiettivo è chiaro: ridurre la dipendenza dal mercato americano e ampliare le opportunità per i prodotti canadesi in altre aree del mondo. Un ruolo chiave in questa strategia è giocato dal Comprehensive Economic and Trade Agreement (Ceta). L’accordo di libero scambio tra Canada e Unione Europea entrato in vigore in via provvisoria nel 2017.

Di Domenico Letizia

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