
Il capitalismo e la Terra da salvare
Joseph Stiglitz, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2001, ha proposto un nuovo modello di capitalismo progressista per salvare il pianeta.
| Esteri
Il capitalismo e la Terra da salvare
Joseph Stiglitz, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2001, ha proposto un nuovo modello di capitalismo progressista per salvare il pianeta.
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Il capitalismo e la Terra da salvare
Joseph Stiglitz, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2001, ha proposto un nuovo modello di capitalismo progressista per salvare il pianeta.
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Joseph Stiglitz, vincitore del premio Nobel per l’economia nel 2001, ha proposto un nuovo modello di capitalismo progressista per salvare il pianeta.
Vincere il Nobel dovrebbe richiedere una certa cautela nel chiacchierare. Non per una questione di censura ma di ragionamento. Stiamo parlando di Joseph Stiglitz, premio Nobel per l’economia nel 2001, che sulla Cop26 di Glasgow e sul salvataggio del pianeta, tra le tante cose che poteva dire, ha pronunciato la più banale: «Temo – ha detto – l’opposizione tenace, ben finanziata, continua, delle lobby industriali che si oppongono con tutte le loro forze alla decarbonizzazione».
Accanito avversario del liberismo – cui ha aggiunto il prefisso ‘neo’ – Stiglitz è convinto che per superarlo serva un «capitalismo progressista che tagli i legami tra potere economico e politica». Tagli insomma la natura stessa del capitalismo occidentale, che su un modello economico di libero mercato è riuscito a costruire la democrazia per come la conosciamo, con pregi e difetti. Il guaio è che se l’idea di salvare il pianeta dal riscaldamento globale si legherà a una battaglia per i capitalisti buoni contro i capitalisti cattivi, avremo già perso.
Perché il mondo potrà raffreddarsi soltanto se partirà da un principio: libertà economica e democrazia.
In fondo ne è consapevole lo stesso Stiglitz quando – parlando dei temi della Cop26 – sottolinea che trattasi della «più grande e sacrosanta operazione, innanzitutto economica, che l’umanità deve fronteggiare». Perché pur cambiando modello di sviluppo, una cosa resta indispensabile, se si vogliono evitare nuove povertà e diseguaglianze: distribuire ricchezza, magari green, e non miseria.
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