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Il deputato mette in palio la sua paga

Javier ‘Parrucca’ Milei, economista iperliberal, ha rispettato la promessa fatta in campagna elettorale: donare ogni mese i suoi 205mila pesos (circa 1.740 euro) al vincitore di una lotteria aperta a tutti.
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Il deputato mette in palio la sua paga

Javier ‘Parrucca’ Milei, economista iperliberal, ha rispettato la promessa fatta in campagna elettorale: donare ogni mese i suoi 205mila pesos (circa 1.740 euro) al vincitore di una lotteria aperta a tutti.
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Il deputato mette in palio la sua paga

Javier ‘Parrucca’ Milei, economista iperliberal, ha rispettato la promessa fatta in campagna elettorale: donare ogni mese i suoi 205mila pesos (circa 1.740 euro) al vincitore di una lotteria aperta a tutti.
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Javier ‘Parrucca’ Milei, economista iperliberal, ha rispettato la promessa fatta in campagna elettorale: donare ogni mese i suoi 205mila pesos (circa 1.740 euro) al vincitore di una lotteria aperta a tutti.
Si chiama Federico Hugo Nacarado, ha 40 anni e questo mese si godrà lo stipendio da parlamentare di Javier ‘Parrucca’ Milei, l’economista iperliberal entrato a dicembre alla Camera dei deputati per «dinamitare» la politica argentinaMilei, testa vulcanica almeno quanto la chioma cui deve il soprannome, ha infatti rispettato la promessa fatta in campagna elettorale: donare ogni mese i suoi 205mila pesos – l’equivalente di circa 1.740 euroal vincitore di una lotteria aperta a tutti. Spiega che dietro l’iniziativa «c’è una questione filosofica. Dal momento che io credo che con le tasse lo Stato ruba, non posso vivere dei fondi pubblici. Ho una contraddizione morale», un dilemma che va contro la sua filosofia «anarco-capitalista», qualsiasi cosa voglia dire. La legge, che «alcuni compagnucci di lavoro» non vogliono modificare, impedisce di rinunciare allo stipendio e donarlo significherebbe «fare beneficenza con i soldi altrui. Mi sembra molto più equo fare un sorteggio» ne conclude Milei, che dribbla con logica rivedibile ogni accusa di populismo: «Noi non regaliamo il pesce, ma insegniamo a pescare». Una pesca a strascico che nel giro di pochi giorni ha garantito oltre un milione di iscritti alla lotteria, un analogo numero di follower al suo profilo Instagram e il raddoppio del numero delle visualizzazioni quotidiane dei suoi post. Abboccano anche le tv, che organizzano dirette per seguire il sorteggio andato in scena a Mar del Plata, meta estiva di tanti argentini. Imperdibile il ballo del leader al suo ingresso in scena, scomposto quanto basta per evocare distruzione di ogni ingessatura della politica. Il vincitore del sorteggio, raggiunto in fretta dai media, è specchiato: «Sono un kirchnerista (fan della famiglia politica di sinistra, la più odiata da Milei, ndr.) ma c’erano tanti soldi in ballo e la mia ragazza ha insistito per iscrivermi». L’agenzia di protezione dati promette indagini sulla modalità di raccolta delle iscrizioni e affiorano accuse di plagio del logo della campagna, un leone con la zazzera di Milei non dissimile dal felino della Peugeot. Nulla però che per il momento possa frenare la forza d’urto di un fenomeno che, da qui, sembra l’inizio di un film già visto. In un Paese sfiancato da scandali di corruzione che diventano ossatura del dibattito politico, l’esibizione pirotecnica contro la «casta» (la parola è proprio la stessa) trova la benedizione anche di giornali paludati come “La Nacion”: Milei «stona, ma a fin di bene».   di Raffaele Bertini

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