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Il giusto addio dalla Via della Seta

Al G20 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta in cui era entrata all’epoca del governo Conte I
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Il giusto addio dalla Via della Seta

Al G20 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta in cui era entrata all’epoca del governo Conte I
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Il giusto addio dalla Via della Seta

Al G20 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta in cui era entrata all’epoca del governo Conte I
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Al G20 la presidente del Consiglio Giorgia Meloni annuncia l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta in cui era entrata all’epoca del governo Conte I
Diciamo la verità: la notizia non è l’uscita dell’Italia dalla Via della Seta – che la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha di fatto annunciato al premier cinese a margine del G20 – ma l’entrata dell’Italia nella Via della Seta ai tempi del governo Conte I… Un’adesione a un progetto economico nella forma e nel titolo, ma di sostanziale impatto geopolitico che per il nostro Paese apparve innaturale dal primissimo momento. Uno strappo a tutto ciò che l’Italia ha sempre vissuto come logica collocazione nello scacchiere atlantista e occidentale. Se vogliamo, un puro controsenso che un governo barricadero e velleitario aveva deciso di cavalcare. Non si è mai capito bene se comprendendone fino in fondo le conseguenze e per un antiamericanismo confusionario che da sempre occupa le menti, i sogni e gli incubi di un pezzo della nostra politica o per vuoto avventurismo. Perché legarsi, secondo uno schema molto fortunato (per Pechino) in Africa e non solo agli interessi commerciali – e fin qui i vantaggi possono essere naturalmente reciproci – ma soprattutto geostrategici del Dragone era un azzardo che definire rischiosissimo è poco. Ieri come oggi. Giorgia Meloni ha sottolineato di non aver ricevuto pressioni americane. Ha fatto bene a dirlo e non poteva dire altrimenti ma qui non si tratta di ricevere pressioni o “eseguire ordini“. Questa è una visione un po’ fanciullesca della politica estera e ancor più della geopolitica. Così come non si tratta di conoscere “il proprio posto nel mondo”, ma soprattutto i propri interessi nel mondo. Che è diverso e ben più importante. La Via della Seta ci portava fuoristrada e la comunicazione a Pechino, che non si sarà certo meravigliata della scelta di Roma nell’aria da almeno due anni e due governi, chiude finalmente quella breve, ma pericolosissima stagione in cui l’Italia sembrò dimenticare se stessa in politica estera. di Fulvio Giuliani

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