La faccia brutale dei social
Torniamo agli scontri in Inghilterra che hanno mostrato il lato brutale dei social con le sue notizie spesso totalmente infondate e diffuse ad arte
La faccia brutale dei social
Torniamo agli scontri in Inghilterra che hanno mostrato il lato brutale dei social con le sue notizie spesso totalmente infondate e diffuse ad arte
La faccia brutale dei social
Torniamo agli scontri in Inghilterra che hanno mostrato il lato brutale dei social con le sue notizie spesso totalmente infondate e diffuse ad arte
Torniamo agli scontri in Inghilterra che hanno mostrato il lato brutale dei social con le sue notizie spesso totalmente infondate e diffuse ad arte
Torniamo a quanto accaduto in Inghilterra perché si tratta di un severo monito sulla formazione incontrollata di notizie totalmente infondate e diffuse ad arte sfruttando l’incredibile forza persuasiva dei social network. Più sono irreali, incongruenti e assurde più funzionano. Notizie con la bava alla bocca che diventano l’innesco perfetto per scatenare rabbia e risentimento.
La furia razzista, xenofoba e anti musulmana che ha sconvolto l’Inghilterra è figlia di questi meccanismi perversi: non c’era nulla di vero nell’attribuzione della raccapricciante tragedia di Southport vicino Liverpool a un immigrato clandestino appena sbarcato sulle coste della Manica (con immancabile gommone). Non c’entravano proprio nulla i clandestini nella morte violenta e insopportabile di tre bambine, accoltellate da un cittadino inglese di 17 anni figlio di immigrati ruandesi, che a dirla tutto non sono neppure musulmani come la gran parte delle persone originarie del Ruanda.
Cosa volete che ne sappiano quelle orde fameliche che hanno imperversato per giorni in numerosi sobborghi di un Paese abbindolato solo pochi anni fa dalle sirene della Brexit? Orde ancor più arrabbiate per la dolorosa sveglia fatta suonare da un sistema sanitario a pezzi, da trasporti che fanno acqua e servizi pubblici che sono andati peggiorando. Altro che le panzane sulla grande felicità dopo essersi liberati della perfida Bruxelles…
Quel meccanismo mentale è lo stesso che ha alimentato i riots. Una fetida insalata di razzismo, xenofobia, paura e irrazionalità. In una Nazione che, come la nostra, semplicemente non può neppure pensare di fare a meno degli immigrati e del loro lavoro per sostenere un bel pezzo del
welfare. Certo, ci sono i sentimenti di estrema destra ma quelli hanno ricevuto la più clamorosa risposta quando in alcuni quartieri di Londra come Walthamstow o a Bristol, Liverpool e Manchester migliaia di persone sono scese in piazza per dire no al razzismo, alla violenza, all’odio.
Poi ci sono i personaggi globali, Elon Musk su tutti, pronti a cavalcare furia belluina e malcontento. Perché schieri il suo social X così platealmente dalla parte di squinternati di varia natura è la domanda che dobbiamo farci. Ci può essere una quota di follia, il supremo “sfizio” dell’uomo ricchissimo e potente di mettere alla frusta Stati, governi e il Primo Ministro Starmer.
Sullo sfondo, un elemento fondamentale: una volta la gente era pronta a definire “ladri” i politici, ma il senso di autorità prevaleva. Oggi più una dichiarazione o una smentita arrivano dai rappresentanti (eletti!) del popolo meno vengono ascoltate. Qualsiasi idiozia sparata da una tribuna screditata come X acquista un valore che tende a moltiplicarsi.
È fondamentale una presa di coscienza del valore della capacità critica e dell’esercizio del dubbio. Se non ripartiremo da qui, la pericolosa sciocchezza della “guerra civile inevitabile” di Elon Musk non sarà più solo un colpo di teatro.
di Fulvio Giuliani
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche