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Il Regno Unito in fuga da X

Le forze dell’ordine del Regno Unito hanno deciso di limitare o ridurre del tutto la loro presenza sul social X di Elon Musk

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Il Regno Unito in fuga da X

Le forze dell’ordine del Regno Unito hanno deciso di limitare o ridurre del tutto la loro presenza sul social X di Elon Musk

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Il Regno Unito in fuga da X

Le forze dell’ordine del Regno Unito hanno deciso di limitare o ridurre del tutto la loro presenza sul social X di Elon Musk

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Le forze dell’ordine del Regno Unito hanno deciso di limitare o ridurre del tutto la loro presenza sul social X di Elon Musk

Una sbarra su X. Intanto da parte delle forze dell’ordine del Regno Unito, poi chissà. A renderlo noto sono gli stessi corpi di polizia locale, che in due casi su tre – indagine “Reuters” – hanno deciso di ridurre o eliminare del tutto la loro presenza sul social di Elon Musk in seguito ai fatti di quest’estate. Per sommi capi: rivolte anti-immigrazione, città in preda al vandalismo, l’ex Twitter terreno fertile per la spirale d’odio e il suo proprietario ad alimentarla in prima fila. È una svolta che potrebbe cambiare i canali di comunicazione all’interno del Paese.

Più che in Italia, infatti, nel corso dell’ultimo decennio X ha rappresentato uno strumento essenziale per il servizio pubblico britannico: lo utilizzano capillarmente il governo, la burocrazia, perfino la famiglia reale. E grazie alla sua immediatezza si è dimostrato un’efficace piattaforma per segnalare emergenze sociali e calamità. Oltre alla polizia, oggi invece fanno un passo indietro anche ambulanze e vigili del fuoco. Così come organizzazioni benefiche, strutture sanitarie e culturali. Per ora l’esecutivo Starmer continua a postare su X, ma ha smesso di farlo per gli annunci a pagamento (presenti invece su Facebook e Instagram). Un ulteriore segnale della smobilitazione dell’establishment: a Londra sono pronti a cambiare voce.

Il caso della polizia è il più eclatante, perché rappresenta un progressivo abbandono di X da parte di una forza dipendente dall’Ufficio dell’Interno (e in ultima analisi da Westminster). «Riteniamo che per i suoi toni e contenuti non sia più in linea con i nostri valori» spiegano dal comando del Galles del Nord. La decisione arriva mentre il Paese affronta ancora le conseguenze delle sommosse di inizio agosto, che hanno portato a oltre 1.300 arresti e 140 feriti (soprattutto poliziotti). E mentre strade e piazzali venivano messi a ferro e fuoco, X si è fatto teatro di disinformazione e materiale violento: un volano per gli estremisti di destra – riconosciuto anche dagli inquirenti – che già scatenavano gli scontri.

«Questo è il risultato dell’immigrazione di massa e dei confini aperti: la guerra civile è inevitabile» fomentava Musk. Per il tycoon è arrivata una dura condanna bipartisan, mentre una moltitudine di account sediziosi è stata chiusa. Presto però Londra si è resa conto di aver perso il controllo di X: gli strumenti legali per tutelarsi dai cyber-attacchi non bastavano, a settembre i profili di molti politici e organizzazioni internazionali sono stati hackerati, mentre quelli bannati per estremismo hanno invece riaperto. A nulla, insomma, sarebbero serviti i colloqui fra Musk e il laburista Peter Kyle, ministro della Tecnologia, che pure aveva parlato di «un dialogo costruttivo, nonostante la diversità di vedute».

Se il Regno Unito non può prendere di petto la situazione – alla maniera degli Stati Uniti contro TikTok – è in grado però di adottare una serie di contromisure soft, in nome dell’ordine pubblico e dell’incapacità (o mancata volontà) di X di autoregolamentarsi. Per esempio un nuovo quadro normativo, che presto imporrà ai colossi dell’high-tech di rimuovere i contenuti illegali dalle proprie piattaforme. O il boicottaggio, appunto.

Alle autorità si uniscono i profili privati, che stanno rinnegando il social di Musk in quanto presenza sgradita. L’effetto già si nota: negli ultimi due anni – dati Similarweb – X in Gran Bretagna è passato da 15 a 10,4 milioni di utenti via app (un crollo di oltre il 30%). «Il nostro messaggio alle società di social media è chiaro. Non c’è bisogno di aspettare: noi abbiamo urgenza di tutelare i nostri cittadini, voi i vostri utenti». Posta prioritaria dal 10 di Downing Street: il tweet fissato in alto è decisamente demodé.

di Francesco Gottardi

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