Il repulisti di Zelensky e una domanda: è solo una questione di mazzette?
Il repulisti di Zelensky e una domanda: è solo una questione di mazzette?
Il repulisti di Zelensky e una domanda: è solo una questione di mazzette?
Il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha cacciato quattro viceministri (compresi quelli di Difesa e Infrastrutture), il vicecapo dello staff presidenziale e quello della Procura in quella che viene presentata come una scelta necessaria per combattere i rischi della corruzione. Come ha detto lo stesso Zelensky le destituzioni riguardano, oltre ai vari livelli ministeriali nelle strutture del governo centrale, anche gli organismi regionali e le forze di polizia.
In un momento delicato della guerra, con la Germania ancora incerta se fornire o no i carri armati Leopard 2 a Kiev, con molti analisti che prefigurano un inasprimento del conflitto da qui alla primavera prossima, è il caso di porsi alcune domande: se Zelensky, in una fase cruciale come l’attuale, ha scelto di pagare un prezzo – anche comunicativo – che fa emergere per la prima volta delle divisioni ucraine siamo sicuri che questa vicenda si limiti alle sole accuse di corruzione e non riguardi – magari – punti di vista diversi sulla condotta della guerra?
Di sicuro – visto il ruolo centrale e determinante di Zelensky nella lotta del suo popolo contro l’invasione russa – un repulisti di tal portata non poteva essere attuato senza esser prima discusso con gli Stati Uniti ed è il segno che il presidente ucraino non poteva fare altrimenti.
Di Massimiliano Lenzi
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