In Argentina tutti pazzi per le figure Panini
L’Argentina è nella morsa dell’inflazione, con una soglia di povertà che tocca il 36,5%. Ma c’è un’altro problema più grande da domare: la carenza di figure Panini dei Mondiali in Qatar. Una vera e propria ossessione.
| Esteri
In Argentina tutti pazzi per le figure Panini
L’Argentina è nella morsa dell’inflazione, con una soglia di povertà che tocca il 36,5%. Ma c’è un’altro problema più grande da domare: la carenza di figure Panini dei Mondiali in Qatar. Una vera e propria ossessione.
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In Argentina tutti pazzi per le figure Panini
L’Argentina è nella morsa dell’inflazione, con una soglia di povertà che tocca il 36,5%. Ma c’è un’altro problema più grande da domare: la carenza di figure Panini dei Mondiali in Qatar. Una vera e propria ossessione.
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L’Argentina è nella morsa dell’inflazione, con una soglia di povertà che tocca il 36,5%. Ma c’è un’altro problema più grande da domare: la carenza di figure Panini dei Mondiali in Qatar. Una vera e propria ossessione.
Un giorno di fine settembre, in un negozio della città nord-orientale di Resistencia la coda supera i 120 metri. È la febbre che ha colpito l’Argentina per le introvabili figurine Panini del Mondiale di calcio del Qatar. Messo in commercio a fine agosto, l’album finisce nel giro di poche ore e – tra manovre oscure, vertici di governo e passioni irrazionali – il Paese finisce in una crisi d’astinenza in piena regola.
Gli edicolanti protestano per la scarsità delle forniture e puntano l’indice contro la New Rita, partner locale della Panini, la “multinazionale” che passerebbe la merce alle grandi catene commerciali, privando così i ragazzi del piacere di acquistare i pacchetti dai tradizionali canali di vendita di quartiere. Il Ministero del Commercio ostenta piglio e convoca le parti. L’impresa garantisce che l’88% del materiale va alle edicole e ai distributori al dettaglio («Come sempre»), ma le edicole si svuotano sempre troppo in fretta. «Stiamo lavorando a pieno regime e le consegne sono ininterrotte. Ma c’è una variabile che non possiamo governare: la domanda» dice al “Clarín” il direttore marketing di New Rita, Nicolás Sallustro.
La domanda è in effetti fortissima. I sociologi parlano di valvola di sfogo per altre frustrazioni, gli psicologi denunciano l’ansia fuori misura di adolescenti non più abituati a non avere tutto, gli ottimisti parlano del buon momento della nazionale albiceleste. Il risultato è sempre lo stesso: padri e figli che fino a ieri non staccavano gli occhi dal “celu” oggi vivono solo per le “figu”. E il mercato sa bene cosa fare, in questi casi. Online, dal vicino che ne ha fatto scorta e in ogni piazza in cui la domanda e offerta si strizzano l’occhio, i prezzi decollano: i 150 pesos a pacchetto (più o meno un euro) diventano anche 600 e per un album a copertina rigida se ne spendono 5mila.
In un Paese che non riesce a domare l’inflazione – oggi al 78% su anno – e con il 36,5% della popolazione nella soglia di povertà, completare l’album diventa così un’impresa. C’è chi calcola che il potere d’acquisto di un pacchetto col salario minimo fissato per legge sia calato del 50% rispetto al Mondiale scorso. E quando Marc Stanley, ambasciatore Usa a Buenos Aires pubblica su Twitter il video in cui, orgoglioso, mostra di aver trovato la “figu” di Leo Messi, gli utenti non gli perdonano d’averla attaccata storta: uno schiaffo all’idolo e uno all’ansia da collezionista.
di Raffaele Bertini
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