In Germania cambiamento e continuità
| Esteri
La coalizione “semaforo” di Scholz (Spd, Verdi e liberali) sarà la sfida più difficile per lui, incastonato tra i nuovi protagonismi di Francia e Italia. La sua forza dovrà essere quella di trovare continuità nella discontinuità.
In Germania cambiamento e continuità
La coalizione “semaforo” di Scholz (Spd, Verdi e liberali) sarà la sfida più difficile per lui, incastonato tra i nuovi protagonismi di Francia e Italia. La sua forza dovrà essere quella di trovare continuità nella discontinuità.
| Esteri
In Germania cambiamento e continuità
La coalizione “semaforo” di Scholz (Spd, Verdi e liberali) sarà la sfida più difficile per lui, incastonato tra i nuovi protagonismi di Francia e Italia. La sua forza dovrà essere quella di trovare continuità nella discontinuità.
| Esteri
AUTORE: Jean Valjean
Discontinuità nella continuità. I giochi di parole, a volte, se troppo compiaciuti rischiano il barocco. Non è il caso della Germania, dove il cambio di governo – dopo 16 anni di guida di Angela Merkel – che vede insediarsi il cancelliere socialdemocratico Olaf Scholz e la sua coalizione ‘semaforo’ (Spd, Verdi e liberali) non ha nulla a che vedere con le convergenze parallele coniate, nell’Italia del secolo scorso, da Aldo Moro.
La Germania non ha il Papa, non ha avuto Machiavelli ed è semmai il Paese di Martin Lutero. La parola continuità a Berlino ha un peso specifico, politico e nazionale, seppur nelle rispettive differenze. Per questo il governo tripartito non smonterà le politiche della Merkel, né quelle interne né quelle in politica estera.
Il disfare è più arte da italiani e da latini che da teutonici. Di certo, questo sì, seppur nell’emergenza causa Covid il nuovo governo potrà rivedere alcune scelte di politica sociale ed economica. Con una priorità, però, che era cara pure ad Angela Merkel: non smarrire il primato tedesco sull’Unione europea.
E questa per Scholz (e la sua coalizione ‘semaforo’) sarà forse la sfida più difficile, incastonato com’è da una parte da un ritrovato protagonismo francese e dall’altra dal prestigio del presidente del Consiglio italiano Mario Draghi (se non finirà impantanato dai giochi della politica romana tra Quirinale e Palazzo Chigi). Perché la continuità – anche quella dei rigorosi tedeschi – ha un senso se abbinata a una leadership europea. Senza, ne ha assai meno.
Di Jean Valjean
La Ragione è anche su WhatsApp. Entra nel nostro canale per non perderti nulla!
Leggi anche
Ucraina, Kiev: “Abbiamo ricevuto il piano Usa per la fine della guerra, siamo pronti a lavorarci”. Il presidente ucraino annuncia che incontrerà Trump “nei prossimi giorni”
20 Novembre 2025
L’Ucraina ha dichiarato di aver ricevuto un “progetto di piano” dalla Casa Bianca per porre fine a…
Congo, almeno 40 morti dopo il crollo dell’ingresso di una miniera di cobalto
20 Novembre 2025
La folla di minatori abusivi messa in fuga dagli spari dei militari. Il crollo dell’ingresso di un…
Stati Uniti, la Casa Bianca preferisce le retate alle azioni mirate
20 Novembre 2025
La denuncia del Cato Institute circa gli arresti di immigrati voluti e propagandati dalla Casa Bia…
Ucraina, Rubio: “Entrambe le parti devono accettare condizioni difficili”
20 Novembre 2025
Ucraina: oggi il ministro degli Esteri Antonio Tajani parteciperà alla riunione del Consiglio Affa…
Iscriviti alla newsletter de
La Ragione
Il meglio della settimana, scelto dalla redazione: articoli, video e podcast per rimanere sempre informato.